Cutolo e il giallo dell’omicidio Madonna a Cervinara

Redazione
Cutolo e il giallo dell’omicidio Madonna a Cervinara
Cervinara: Errico Madonna di sicuro c'è solo che è morto

Cutolo e il giallo dell’omicidio Madonna a Cervinara. La trattativa per il sequestro Moro, la liberazione di Ciro Cirillo, il ruolo dei servizi segreti, i rapporti politica-camorra, la morte del banchiere Roberto Calvi.  “ Don”  Raffaele Cutolo si porta nella tomba questi ed altri segreti dell’Italia dalla metà degli anni settanta alla metà degli ottanta.

Errico Madonna

E si porta nella tomba anche un mistero, un giallo  caudino ed in particolare cervinarese, l’omicidio di Errico Madonna. Il “ consigliori” di Raffaele Cutolo venne ucciso in via Carlo Del Balzo a Cervinara, il sette ottobre del 1993.

Un commando, sul far della sera, lo trucidò a colpi di pistola e fucile, a pochi passi dall’abitazione della mamma. Ebbene, in 28 anni su quella vicenda non si è mai saputo nulla. I killers non hanno un nome ed un volto. Vale la stessa cosa per i mandanti.

Nessun collaboratore di giustizia ha mai fatto rivelazioni su quell’omicidio. E bisogna tener presente che i pentiti di camorra hanno parlato veramente di tutto. Sulla morte dell’avvocato Errico Madonna si possono fare solo ipotesi.

Forse Cutolo dal carcere avrebbe potuto segnalare una pista, dando delle buone ragioni per seguirla. Ma Don Raffaele con i magistrati non ha mai voluto collaborare. Ha trascorso quasi tutta la sua vita in carcere, ma non ha mai fatto rivelazioni.

Il mito di Cutolo

In questo modo ha alimentato anche il suo mito. Cutolo ha avuto sempre una conografia con la quale viene additato da quelli che vivono in questo mondo. Poeta, boss, ma boss giusto che non tradisce neanche i suoi nemici. Neanche quelli che gli hanno ammazzato un figlio.

Cutolo e il giallo dell’omicidio Madonna a Cervinara

Ed anche Errico Madonna era un personaggio singolare.  La sua  vita viene segnata proprio dall’ incontro con Raffaele Cutolo nel carcere di Avellino. In cella finì giovanissimo per un questione di onore e per una rapina.  La vulgata vuole che Il boss ne apprezzò subito l’ intelligenza. Lo aiutò, lo convinse a proseguire gli studi, fino a conseguire la laurea in giurisprudenza grazie anche ad uno dei suoi difensori, docente di diritto penale all’ università di Napoli.

Con la laurea arrivò, a metà degli anni Settanta, anche la grazia dell’ allora presidente della Repubblica, Giovanni Leone. Madonna uscì dal carcere, si iscrisse all’ ordine degli avvocati e procuratori di Benevento e cominciò ad esercitare la professione forense.

Allo stesso tempo, però, diviene un uomo fidato del professore. E viene a conoscenza di tanti segreti. Assapora anche il potere, quello vero. Ma poi deve fuggire, riparare negli Stati Uniti . Un mandato di cattura pende sul suo capo.  Dopo due anni di latitanza viene arrestato.  E dagli States sembra disposto a parlare.  Fa volare in America il giudice Carlo Alemi.

Faida

Tornato in Italia ritrattò tutto. Scontò la sua pena e quando uscì nel 1993 trovòun mondo totalmente diverso. La faida tra la Nuova Camorra Organizzata, l’organizzazione fondata da Cutolo, e la Nuova Famiglia era quasi terminata. Dosi pesanti di piombo avevano messo a tacere i fedelissimi di don Raffaele.

I più fortunati, come appunto lui, si trovavano dietro la sbarre. L’avvocato cervinarese, che si era laureato in carcere, però, probabilmente, non si era rassegnato a questa sconfitta.

Appena fuori, ricordando l’antico potere avuto a fianco di don Raffaele, stava cercando di rimettere su le fila dell’organizzazione. Non solo, stava cercando di far pesare anche i rapporti che Cutolo aveva avuto con la politica.

Non dimentichiamo, infatti, che la sua mediazione fu fondamentale per ottenere il rilascio di Ciro Cirillo, l’assessore regionale all’urbanistica, rapito dalle Brigate Rosse. Quello che lo Stato e la Dc non vollero per Aldo Moro, lo misero in campo per quello che sembrava uno oscuro politico napoletano.

Ricostruzione post terremoto

Ma, attraverso Cirillo passava tutta la vicenda della ricostruzione post sisma ed il sistema politico di allora, non poteva permettersi delle rivelazioni esplosive da parte del politico, incalzato da interrogatori con i terroristi. Così, Madonna, tornato a casa, nella sua Cervinara, credeva di poter contare ancora.

Del resto era depositario di mille segreti, di legami inconfessabili ed impresentabili. Non a caso, infatti, a pochi giorni della sua uccisione, rilasciò una intervista a Il Mattino, nella quale parlava anche dei rapporti tra la Nco e la politica. Si mise troppo in evidenza, una esposizione che lo condannò a morte, perché l’esercito di don Raffaele non esisteva più.

Nessuna protezione

Non c’era nessuno a proteggerlo e, certamente, non poteva chiedere benevolenza a chi stava minacciando. Una mossa falsa, per un giocatore che sino ad allora le aveva azzeccate tutte. La sera del sette ottobre del 1993, un commando composto da cinque uomini, tre in una vettura ed altri due a fare da staffetta su una motocicletta, misero fine alla sua carriera. Mandanti ed esecutori dell’omicidio restano sconosciuti.

Tra i tanti pentiti, che si sono contati nella storia della camorra degli ultimi ventotto anni, nessuno ha sollevato questa vicenda. Sembra addirittura che a nessuno interessi veramente il motivo per il quale il Consigliori di Cutolo fu messo a tacere a suon di pallottole.

Forse Raffaele Cutolo avrebbe potuto dare qualche traccia, ma ora anche lui non parlerà mai più.