Donna di 60anni arrestata per atti persecutori
Donna di 60anni arrestata per atti persecutori. I Carabinieri della Stazione di Avellino hanno tratto in arresto una 60enne del luogo, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio G.I.P del Tribunale di Avellino.
La donna, sottoposta a divieto di avvicinamento e di comunicazione con persone offese, in più occasioni violava le prescrizioni disposte dall’autorità giudiziaria.
La puntuale refertazione di quanto rilevato dai Carabinieri ha fatto scattare nei suoi confronti la revoca della citata misura. Risultando palese sia la volontà trasgressiva sia la noncuranza per le disposizioni impartite.
In carcere la 60enne
Nella serata di ieri, successivamente alla notifica del provvedimento emesso dall’Autorità Giudiziaria, per la 60enne si sono dunque aperte le porte della Casa Circondariale di Bellizzi Irpino.
Il risultato operativo è strettamente collegato alla capillare attività di controllo del territorio quotidianamente svolta dai Carabinieri della Compagnia di Avellino, tesa a garantire sicurezza e rispetto della legalità.
Truffa on line
I Carabinieri della Stazione di Torella dei Lombardi hanno denunciato quattro persone di età compresa tra 20 e 70 anni, ritenuti responsabili di Truffa.
L’indagine prende spunto dalla denuncia sporta da un uomo di Torella dei Lombardi. La vittima cercava un buon affare. Nella sua ricerca si imbatte dal prezzo oltremodo conveniente di un attrezzo da palestra in vendita su un noto sito di annunci on-line.
Non esitava quindi a contattare l’inserzionista sia per avere maggiori chiarimenti sia per ridurre al minimo il suo dubbio che potesse trattarsi di una truffa.
Spiegazione per truffare
Venivano così fornite dettagliate spiegazioni che conquistavano la fiducia dell’interessato il quale effettuava l’acquisto pagando circa 3500,00 euro mediante bonifico bancario. Ma, ricevuta la somma pattuita, il fittizio venditore si rendeva irreperibile.
Le indagini condotte dai Carabinieri hanno consentito di risalire all’identità dei presunti responsabili della truffa: si tratta di due donne e due uomini, già noti alle Forze dell’Ordine. Tutti e quattro dovranno rispondere davanti ad un giudice perché sono stati deferiti in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria.