Elezioni a Cervinara: dopo quindici giorni ecco la terza lista

Il Caudino
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La “terza lista” è una provocazione. O forse “un gioco di parole” come “l’isola che non c’è” di Bennato. Ed ancora, è la lista perfetta, la lista vincente, quella che “chi è saggio, chi è maturo lo sa/non può esistere nella realtà”…
Se il mondo non fosse cambiato, sarebbe, dunque normale riferire le nostre critiche o le nostre aspettative alle due liste “reali”, tra i cui candidati, il prossimo 31 maggio, verranno eletti i futuri consiglieri di maggioranza ed opposizione; ed è su loro che- giustamente- in piena campagna elettorale- si concentra la nostra attenzione.
Ebbene, tra le molteplici osservazioni degli elettori, – che, in questi giorni, mi è capitato di leggere o ascoltare,- ha catturato l’attenzione della scrivente uno stato di facebook, in cui venivano sollevate due questioni interessanti: una prima, relativa al fatto che “nelle liste vengono fatte candidare persone solo per la loro influenza e quindi per portare voti, e non per le loro capacità”, una seconda, afferente alla denigrata prassi, per cui i candidati “piombano nelle case dei cittadini per cercare di racimolare voti”, quasi che “non abbiano altre capacità, se non quelle di operare in questo modo per convincere il prossimo”.
È appena il caso di rilevare che questa seconda pratica ha origini antichissime; anzi, lo stesso termine “candidatus” deriva dall’abitudine degli antichi romani, aspiranti ad una carica pubblica, di presentarsi al popolo abbigliati con una lunga tunica di seta bianca,  simbolo di purezza e di (presunte) specchiate ed irriflesse qualità morali. Non è apparsa condivisibile la tesi secondo cui questo “accaparramento di voti porta a porta” non sia del tutto negativo, perché unico “contatto” tra la politica e la gente (io sono ancora di quelli che crede che la politica si faccia vedendo come vive la gente, non nelle stanze dei bottoni…). Tutt’altro; pare che la sfiducia dell’elettorato nei confronti dei propri (futuri) rappresentanti si sia tradotta nella convinzione (tristissima) che a non essere proprio bianco non sia solo il vestito dei candidati, e che il “porta a porta”, lungi dall’essere l’occasione per interloquire sulle reali condizioni delle famiglie, sia mero clientelismo.
Ancora più interessante è la seconda questione, quella relativa al “merito” ed alle competenze. Lì il problema è più serio: lo è perché in fondo tutti (anche noi stessi) siamo convinti di avere questi requisiti; dunque, è normale che ciascun candidato si proponga nella convinzione di essere il più “bravo” di tutti, e che il problema dello schiaffo al merito, per ciascuno, riguardi l’altro, non se stesso.
È qui, però, che si inserisce la “terza lista”, ovvero, quello strano potere che si chiama “democrazia”, “critica costruttiva”, “partecipazione”.
Il dato positivo, infatti, è dato proprio dalla democraticità dei nuovi sistemi di comunicazione di massa, che consentono a tutti la possibilità di denunciare l’eventuale “incompetenza” di chi amministra la cosa pubblica (ci vuole il coraggio, certo!) e di fare proposte concrete, atte a fornire spunti interessanti a chi ha il compito istituzionale di tradurre linee programmatiche (troppo spesso demagogiche ed astratte) in atti concreti di tutela del “bene comune”.
Fermo restante quel labile e vago concetto che, tecnicamente, si chiama “discrezionalità amministrativa”, la “terza lista” dovrebbe essere sempre chiamata a vigilare sull’operato del potere politico (reale o ambito), ad invitare gli aspiranti amministratori a rendere conto di scelte future e passate, ritenute contrastanti con il “bene comune”, a contestare- nei limiti, ovviamente, della liceità, e con gli strumenti offertici dall’ordinamento, – le presunte competenze di chi si propone per le cariche pubbliche.
Ovviamente, non parlo di critiche astratte per partito preso o di appigli demagogici del tipo “la politica/lo Stato non fa…”, o “pensano solo ai propri interessi…”, ecc.
La terza lista dovrebbe lasciare agli altri i luoghi comuni; dovrebbe concentrarsi su fatti e atti concreti, singolarmente considerati, dovrebbe prescindere dai personalismi, dagli esibizionismi facili, dalla paura di mettersi in gioco e di metterci la faccia. La terza lista è quella che, di fronte ad una scelta scellerata, indica le norme che ne impediscono l’attuazione, e propone l’alternativa “legale” ed “attuabile” (non utopica!), costringendo il potere ad ascoltare, e chiunque a dubitare, finalmente, di presunte competenze solo sbandierate.
La terza lista- Signori- è il potere di critica e di controllo che il popolo ha, ma non sa di avere.
La terza lista esiste, Signori.
Seconda stella a destra, questo è il cammino…

Rosaria Ruggiero
gentedistratta.it