Fidanzato diffonde video privato, maestra licenziata. Preside imputata per diffamazione

Redazione
Fidanzato diffonde video privato, maestra licenziata. Preside imputata per diffamazione
Valle Caudina: le superiori tornano in dad il 15 febbraio ?

Fidanzato diffonde video privato, maestra licenziata. Preside imputata per diffamazione. La Procura di Torino ha indagato quattro persone per diffamazione e chiesto il rinvio a giudizio.’ex fidanzato, difeso dall’avvocato Pasqualino Ciricosta, ha chiesto al giudice Modestino Villani la messa alla prova, cioè la possibilità di svolgere dei lavori socialmente utili per un certo periodo al termine del quale il giudice valuterà se proscioglierlo oppure processarlo

Ingannata dal suo ragazzo, offesa da due mamme dei giovanissimi allievi, ma anche dalla direttrice dell’asilo che poi l’ha licenziata e ha rivelato a tutti i genitori il motivo della sua decisione.

La diffusione di alcune foto e un video privati che, invece, dovevano rimanere segreti, custoditi almeno nella memoria del telefonino del ragazzo.

È la storia di una giovane maestra d’asilo, età sui venti anni, di un paese della provincia di Torino; una storia che arriverà presto in tribunale. Tre donne devono difendersi dall’accusa di diffamazione, mentre il ragazzo, ormai ex, dopo aver pagato un risarcimento dovrà dimostrare di essersi ravveduto.

Il fatto

Pochi anni fa la giovane maestra d’asilo manda alcune immagini personali al suo compagno dell’epoca. Il ragazzo, anziché conservarle per sé le immagini, le condivide sulla chat della sua squadra di calcetto.

Fidanzato diffonde video privato, maestra licenziata. Preside imputata per diffamazione

La moglie di uno dei suoi compagni scopre le foto e il video sul telefonino dell’uomo e riconosce la maestra del figlio. A sua volta invia i file alle altri madri e, inspiegabilmente, telefona alla maestra per dirle di non denunciare il suo fidanzato (di cui la donna è amica), altrimenti avrebbe informato la direttrice dell’asilo.

“Non riuscirà nel suo intento solo per la ferma volontà della vittima di denunciare quanto accaduto”, riassume il sostituto procuratore Ruggero Crupi nell’avviso di conclusione dell’indagine, di cui La Stampa ha dato notizia martedì.