I carabinieri scoprono una festa di 18 anni in un ristorante

Redazione
I carabinieri scoprono una festa di 18  anni in un ristorante
I carabinieri scoprono una festa di 18 anni in un ristorante

I carabinieri scoprono una festa di 18 anni in un ristorante. Nonostante i divieti ed i pericoli di nuovi e più pericolosi focolai di pandemia, si continuano ad organizzare feste come se nulla fosse. I carabinieri della stazione di Paupisi hanno scoperto una  di queste a Torrecuso.

 Festa di 18 anni

Presso un ristorante, i carabinieri hanno scoperto che era in corso una festa di compleanno di 18 anni. Gli invitati hanno tentato il fuggi fuggi generale appena hanno visto i militari.

I carabinieri, nonostante i numerosi ospiti, sono riusciti a bloccare e identificare a 4 avventori ai quali hanno contestato le previste sanzioni amministrative. Inoltre il personale dell’Arma ha sanzionato il titolare del ristorante che aveva permesso lo svolgimento della festa, con l’applicazione accessoria della proposta per la chiusura dell’esercizio di ristorazione per 5 giorni.

Nell’ambito degli stessi controlli amministrativi, in questo capoluogo i militari della Stazione di Benevento hanno sorpreso all’interno di un bar cittadino del rione Libertà 6 avventori . I sei stavano  consumando  bevande e altri alimenti, in violazione dell’obbligo di “distanziamento sociale” e delle norme per fronteggiare l’emergenza epidemiologica.

Anche qui, oltre ai sei ospiti del bar e stato sanzionato amministrativamente il titolare dell’esercizio pubblico. Il titolare ha permesso di vendure e consentito la consumazione sul posto. Nei  suoi confronti è stata avanzata la proposta di chiusura per 5 giorni del bar.

Tutto questo avviene nonostante gli allarmi per le varianti del covid- 19. E’ necessario rafforzare le misure in tutto il paese per contenere la diffusione delle varianti covid.  Con il governo Draghi  che deve ancora ottenere la fiducia in Parlamento, tutti gli esperti rilanciano l’allarme.

L’ SOS  arriva  dall’Istituto superiore di Sanità al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie fino al Comitato tecnico scientifico, l’input è sempre lo stesso.

Nuove restrizioni?

Fino a quando non si rallenta la corsa del virus è impossibile pensare ad un allentamento delle restrizioni. Un messaggio chiaro che potrebbe portare ad un’ulteriore stretta e che l’esecutivo valuta. Lo  conferma il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini al termine della riunione con il Cts.

“La pandemia è ancora forte, non si può scherzare. Se è necessario fare scelte di rigore si fanno”. Ma la prima a dividersi sulla linea è la comunità scientifica. Gli esperti restano divisi tra  lockdown duro per un paio di settimane o interventi “selettivi”.

Che la situazione sia seria, gli esperti e i tecnici lo dicono e lo scrivono nei documenti ufficiali da giorni. E la nota con cui palazzo Chigi ha intestato al governo l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza per bloccare l’apertura degli impianti da sci, conferma che la linea scelta è quella del rigore.

L’analisi degli scienziati non lascia spazio a interpretazioni.”La diffusione di varianti con maggiore trasmissibilità – dice lo studio dell’Iss – può avere un impatto rilevante. Questo  se non vengono adottate misure di mitigazione adeguata”.

Una posizione che è sulla stessa linea di quella del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc). “La situazione è molto preoccupante” sottolinea la direttrice Andrea Ammon, che poi avvert. Se non vengono mantenute o “addirittura rafforzate” le misure, nei prossimi mesi potrebbe esserci un “aumento significativo dei casi e dei decessi”.

Il verbale di venerdì

Già nel verbale di venerdì, dunque, il Cts aveva sottolineato la necessità di un “rigorosa osservanza, rafforzamento e incremento delle misure”, sia a livello nazionale che locale, “evitando ulteriori misure di rilascio”.

Un messaggio che era arrivato fin dentro il Consiglio dei ministri di sabato e che ha portato all’ordinanza di chiusura.

Su come intervenire, però, gli scienziati non sono così compatti. L’appello del consulente del ministro Speranza, Walter Ricciardi , lockdown totale per un periodo di tempo limitato, è stato raccolto dal virologo Andrea Crisanti e dall’infettivologo del Sacco di Milano Massimo Galli,

Secondo Galli, però,  una chiusura totale avrebbe senso se accompagnata da una vaccinazione di massa. Favorevole anche il Gimbe: “senza un lockdown totale per due settimane bisognerà continuare con gli stop and go per tutto il 2021”.