Ipotesi dolosa per il rogo del deposito sull’Appia

Redazione
Ipotesi dolosa per il rogo del deposito sull’Appia
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Ipotesi dolosa per il rogo del deposito sull’Appia. Non si esclude l’ipotesi dolosa per il rogo avvenuto poco dopo la mezzanotte  nel deposito di ceramiche e arredi sito sul tratto dell’Appia che ricade nel territorio comunale di Vitulazio.

Fiamme domate

Le fiamme hanno danneggiato i materiali presenti all’interno ed annerito i locali. Immediato è stato lanciato l’allarme ai vigili del fuoco che si sono recati sul posto per domare le fiamme.Sulla Strada Statale sono giunti anche i carabinieri della Compagnia di Capua che coordinano le indagini.

Ipotesi dolosa per il rogo del deposito sull’Appia

Si attende la relazione finale dei vigili del fuoco che potrebbe chiarire la vicenda.dagini per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti.

La notte infinita di Giovanni e Elena.

Lentamente scema l’interesse mediatico verso le famiglia Gioia e Limata. I furgoni con parabola dei media nazionali partono alla volta di altre tragedie, alla ricerca dell’orrido che in noi per mostrarlo senza filtri. Alla ricerca di un peggio che non si fatica a trovare.

Isolamento

Giovanni e Elena restano in un isolamento, interrotto solo dalle visite degli avvocati. Hanno tanto tempo per pensare a ciò che hanno fatto. Hanno tempo per pensare ad un uomo che sonnecchiava sul divano tempestato di coltellate.

Anche questa mattina gli avvocati Cerino e Villani hanno incontrato rispettivamente Elena Gioia e Giovanni Limata. I difensori stanno cercando di capire come, realmente, si sono svolti i fatti venerdì scorso per poi usare la ricostruzione nel processo.

La richiesta della mamma

Sembra che Elena abbia chiesto della mamma, vuole sapere quando la potrà andare a visitare. Elena ha soli 18 anni. Immaginate una ragazza di 18 anni, sola nella di un carcere. Lo stesso vale per Giovanni che di anni ne ha 23, ma cambia poco.

Gli avvocati non hanno detto se Elena ha chiesto anche di Giovanni e viceversa. Probabilmente, adesso iniziano a capire la gravità delle loro azioni. Iniziano a rendersi conto che le loro vite non potranno essere mai più le stesse. Gli anni di carcere saranno tanti. E li dovranno vivere separati, li dovranno vivere senza genitori, senza amici e senza neanche potersi abbracciare.

Sette giorni dal delitto

Sono passati sette giorni da quell’assurdo delitto e, nonostante il clamore mediatico, Elena e Giovanni non sono degli amanti infernali, non sono usciti da un film di David Lynch.

Sono due ragazzi che hanno marchiato le loro vite con il sangue di un innocente, in modo indelebile. Forse, non riuscendo a comprendere in pieno quello che avevano progettato.

I tribunali della Repubblica stabiliranno le pene che devono scontare e le sentenze arriveranno in giusti processi. Ma a loro venga data anche la possibilità di seguire dei percorsi di rieducazione. La giustizia non è vendetta.

Tra poco nelle celle di Elena e Giovanni spegneranno la televisioni e le luci. I loro occhi resteranno al buoi sino a domani. Sarà una lunga notte che durerà per decine e decine  di anni. I furgoni con parabola delle televisioni nazionali sono già lontano e non potranno mai raccontare l’angoscia di chi resta  al buio, solo con se stesso.