La task force sulla scuola: “Insegnanti figli del secolo precedente, ci vuole svolta tecnologica”
La task force sulla scuola: “Insegnanti figli del secolo precedente, ci vuole svolta tecnologica”. Innovazione didattica e semplificazione normativa: questi i punti su cui punta la task force per la ripartenza a settembre, ha detto in audizione in commissione Istruzione alla Camera Patrizio Bianchi in qualità di coordinatore del Comitato di esperti costituito dalla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
“Siamo concentrati sulla distanza tra gli alunni con il metro: noi abbiamo cominciato a ragionare sul lavoro all’esterno, che significa anche cambiare il modello didattico”, ha detto Bianchi.
“Nella scuola superiore – ha aggiunto – siamo troppo legati allo specialismo. Le maestre d’asilo ragionano sul modo di educare, ma questo fattore diminuisce via via fino all’università. Il mestiere dell’insegnante è sottovalutato, ma è fondamentale: bisogna tornare ad avere l’orgoglio del dire sono insegnante”.
“I nostri insegnanti in questa fase sono stati messi a durissima prova e lo saranno dei prossimi anni. Occorre dotarli di capacità di gestione delle emozioni ma non vanno caricati troppo: va allargata la comunità educante, non si possono lasciare i prof con un carico così pesante”, ha detto Bianchi.
Formazione tecnologica dei docenti
Per la task force bisogna lavorare anche sulla formazione tecnologica dei docenti. “Senza entusiasmo non riapriremo la scuola a settembre. Ma abbiamo insegnanti presidi e studenti che questo entusiasmo lo hanno dimostrato -dice Bianchi- Abbiamo fato al scelta di tornare ai principi fondanti che sono nella Costituzione: rimuovere ogni vincolo in ogni parte del paese affinchè tutti possano partecipare alla vita della comunità e sviluppare la propria persona. La scuola deve essere inclusiva e solidale”, ha concluso Bianchi.
Insegnanti figli del secolo precedente
“Si utilizzi questa tragedia per mettere la scuola al centro del dibattito. I ragazzi che vanno a scuola oggi sono tutti nati dopo il 2000 – ha ragionato il capo della task force – sono figli di questo secolo; i loro insegnanti sono figli del secolo precedente, è una discontinuità che va colta. I giovani hanno una capacità degli strumenti informatici molto più alto del nostro, un ragazzo di 18 anni ha almeno 2 ore di pratica di uso degli strumenti digitali da anni. Non accontentiamoci di pensare solo alla vecchia didattica in presenza, c’è una fase di ricerca didattica e pedagogica straordinaria”.
Tra le priorità affrontate dal Comitato presieduto da Bianchi, la disabilità: “Sono i ragazzi e le famiglie che hanno sofferto di più. Dobbiamo pensare a una fase nuova anche per loro”.
“A settembre non ci arriviamo, non si potrà riaprire se non si fanno semplificazioni, se non si possono fare spese,anche piccole, senza fare gare. La pandemia sia come il terremoto: sia una spinta per semplificare le norme. E dobbiamo fare una formazione particolare sui dirigenti, l’organizzazione della scuola è tra le più complesse, il dirigente deve essere preparato”, ha detto Bianchi.