L’insofferenza di Franco Fiordellisi per il diritto di critica, botta e risposta tra il segretario della Cgil e il nostro direttore

Redazione
L’insofferenza di Franco Fiordellisi per il diritto di critica, botta e risposta tra il segretario della Cgil e il nostro direttore
L'insofferenza di Franco Fiordellisi per il diritto di critica, botta e risposta tra il segretario della Cgil e il nostro direttore

L’insofferenza di Franco Fiordellisi per il diritto di critica, botta e risposta tra il segretario della Cgil e il nostro direttore. Il segretario della Cgil irpina dopo il nostro articolo sulla tragedia di Marcinelle ha postato un commento non certo benevolo sul nostro profilo facebook. Il nostro direttore non ha mancato di rispondere. Per far capire ai nostri lettori il motivo del contendere  vi spieghiamo quello che è successo.

Il comunicato della Cgil

Questa mattina, la Cgil di Avellino ha inviato un comunicato per ricordare la tragedia di Marcinelle. L’anniversario cade domani. Noi abbiamo pubblicato il comunicato, sottolineando che il sindacato avrebbe potuto ricordare che la più giovane vittima di quel tragico disastro minerario era irpina di Cervinara e si chiamava Antonio Sacco. Poi, come facciamo ogni anno, il nostro direttore ha scritto un articolo per ricordare Antonio Sacco.

Nell’articolo ha anche sottolineato come questa mancata attenzione da parte del segretario del sindacato rappresenti solo l’ennesima dimostrazione di quanto la Cgil tenga in conto la Valle Caudina. Franco Fiordellisi ci ha risposto ed il direttore Vaccariello ha contro replicato. Ecco a voi lettori risposta e contro replica.

La risposta di Fiordellisi

Non so se vale come risposta, e si sbaglia a scrivere il mio cognome, non è la prima volta. Comunque già in altre occasioni ho subito “attenzioni” dalla testata e che spesso, penso, vuole fare solo polemica sperando di avere qualche like in più.
Nel ricordo di Marcinelle parlo di Memoria, ricordo complessivo della vicenda, per quanti italiani e non, irpini e non, caudiani e non, sono morti e continuano a morire sul lavoro. Per i morti di Marcinelle, nell’incendio dell’8 agosto 1956, nel quale persero la vita 262 minatori, di cui 135italiani, è un giovanissimo cittadino di Cervinara, forse dovevo scrivere così, non lo so.
Ma Grazie a quanto scritto dal segretario generale della Cgil avellino, pro tempore, voi avete avuto modo di ricordare il sacrificio di Sacco, anche se in polemica. Mi verrebbe da dire, se non fosse che parliamo di vite spezzate nella speranza di vivere meglio, come ad esempio Martino di San Martino VC ecc ma questa è un’altra storia di morte sul lavoro, “Chi indica la luna e chi guarda ….”
Franco Fiordellisi

La risposta del direttore Peppino Vaccariello

Egregio segretario,  la testate che io dirigo ricorda ogni anno il sacrificio di Antonio Sacco. Le sarebbe bastato fare una piccolissima ricerca in rete per averne contezza. Non è la prima volte che le dedichiamo la nostra attenzione perchè lei mai si smentisce nel non avere alcuna attenzione per la Valle Caudina.

Di vite spezzate e di emigrazione ne conosciamo, probabilmente, molto più di lei. Non voglio neanche commentare la bassezza di scrivere che l’abbiamo tirata in ballo solo per per avere dei like in più. Non è proprio mio costume ribattere a squallide insinuazioni.

La informiamo solo che Il Caudino è seguito ed apprezzato proprio perchè si batte per i diritti della gente di questa terra. Lo fa, senza guardare in faccia nesuno, neanche, pensi un pò, Al potente segretario della Cgil irpina pro tempore. Con questa sua piccata risposta mostra solo inutile risentimento per una voce libera che tale resterà, con buona pace del segretario pro tempore della Cgil di Avellino.

Infine, il giornale che ho  l’onore di dirigere non vede l’ora di poter elencare l’attenzione che Franco Fiordellisi vorrà mostrare per difendere i diritti della gente caudina. Faremo dei titoloni quando avrà il tempo di occuparsi dei lavoratori in nero, di quelli sottopagati, delle busta paga fittizie, della sicurezza sul lavoro, di un qualcosa che si chiama criminalità organizzata, delle opere incompiute, della sicurezza idrogeologica, e così via.

Se e quando lo farà saremo a sua completa disposizione. Se, invece, continuerà ad occupars, come continua a fare, di altri territori, non si meravigli di questo trattamento. Non aver voluto onorare un ragazzo di 16 anni morto in un’immane tragedia la dice lunga su tutto. Noi vogliamo pensare solo che lei non conosceva questa vicenda perchè, come spesso le ricordiamo, conosce poco o niente la Valle Caudina.

P.S. La Cgil dovrebbe difendere e tutelare le voci libere, i giornali e gli editori liberi senza padrone. Si vede che le cose cambiano e non sempre in meglio. Mi piacerebbe sapere se la pensa come lei anche Maurizio Landini.

Peppino Vaccariello