L’Istituto di Sanità: Aumenta il rischio di epidemia incontrollata
L’Istituto di Sanità: Aumenta il rischio di epidemia incontrollata. Lo fa sapere l’Istituto superiore di Sanità.
Si osserva un aumento complessivo del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile nel Paese dovuto ad un aumento diffuso della probabilità di trasmissione di SARS-CoV-2; in un contesto in cui l’impatto sui servizi assistenziali rimane alto nella maggior parte delle Regioni/PPAA. L’indice Rt è stato pari a 1,09 in aumento da cinque settimane: è quanto evidenzia la bozza del monitoraggio settimanale del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità.
L’Istituto di Sanità: Aumenta il rischio di epidemia incontrollata
Nella settimana in valutazione (4/1/-10/01/2021), si osserva un ulteriore lieve aumento della incidenza nel Paese (183,36 per 100.000 abitanti).
L’incremento dell’incidenza è stato “relativamente contenuto grazie alle misure di mitigazione adottate nel periodo festivo”. Ma a Napoli, ad esempio, il contagio Covid è in aumento del 18% dopo le festività natalizie.
“Questa settimana si conferma il peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese già osservato la settimana precedente”.
Regioni
Undici Regioni/PPAA riportano una classificazione di rischio alto (contro 12 la settimana precedente), 10 a rischio moderato (di cui 4 ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e nessuna a rischio basso.
Nove regioni (Abruzzo, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Piemonte, Puglia, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta) hanno un Rt puntuale maggiore a uno nel limite inferiore, compatibili con uno scenario tipo 2. Altre 10 hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno ma sono tutte, tranne una, con un Rt medio sopra uno o appena sotto.
Due Regioni/PPAA (Bolzano e Lombardia) hanno un Rt puntuale maggiore di 1,25 anche nel limite inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 3.
Valore elevato di incidenza nella settimana di monitoraggio nella Regione Veneto (365,21 per 100.000 abitanti), PA di Bolzano (320,82), Emilia Romagna (284,64), e Friuli Venezia Giulia (270,77).
E su tutto il territorio è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. “Il Ssn ha mostrato i primi segni di criticità – si legge – quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate”.
Terapie intensive
Sono 12 le Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (contro le 13 della settimana precedente) mentre il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale continua a essere sopra la soglia critica (30%).
Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve aumento da 2.579 (04/01/2021) a 2.636 (12/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche aumenta anche lievemente, passando da 23.317 (04/01/2021) a 23.712 (12/01/2021).
Palù, il virus varia ma i vaccini neutralizzano
“La variante del Coronavirus è l’evento logico di qualsiasi virus che si diffonde: più si replica, più muta”. Lo ha ribadito a Marghera (Venezia) il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù.
“Il virus è cinese – ha sottolineato – ce l’hanno detto loro, anche se per 4-5 mesi non ci hanno detto che si trasmetteva da uomo a uomo, e l’Oms non è risucita a tornare con uno straccio di prova. Da molti studi, alcuni in ‘pre-print, siamo certi che i vaccini e i sieri dei vaccini neutralizzano le varianti. Per quella sudafricana da AstraZeneca ci dicono che servono titoli più elevati per neutralizzarla, ma si neutralizza”.
Qui le altre notizie di cronaca.
Segui tutti gli aggiornamenti cliccando “mi piace” sulla pagina Facebook del Caudino.