Mancano i vaccini, chiude Cervinara ed altri sei centri

Redazione
Mancano i vaccini, chiude Cervinara ed altri sei centri
5 positivi oggi a Cervinara, 45 i contagiati

Mancano i vaccini, chiude Cervinara ed altri sei centri. Mentre il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca annuncia il piano vaccinale urbi et orbi nelle isole del Golfo, in un’altra zona della  regione, ovvero nella provincia di Avellino, in Irpinia, oggi hanno incredibilmente chiuso sette centri per la somministrazione del vaccino anti Covid . Senza che si conosca la data del ripristino.

Mancano i vaccini

Motivo? Mancano le dosi di vaccino. Lo ha reso noto  l’Azienda sanitaria locale di Avellino. L’asl  ha comunicato ai comuni di Cervinara, Lioni, Monteforte, Montella, Montoro, Mugnano del Cardinale e Solofra la sospensione delle attività.

Ieri nella zona dove è alta la presenza di anziani, sono state somministrate 2.854 dosi, cifra che inevitabilmente oggi è destinata a ridursi drasticamente e crollare per i giorni a venire a meno di una rifornitura immediata di fiale Pfizer-BionTech.

Anche due settimane fa la campagna vaccinale in provincia di Avellino aveva subito un brusco arresto per due giorni, sempre la carenza di dosi, denunciato dall’Asl.

Lo sdegno conseguente la chiusura dei centri portò l’Unità di crisi della Regione Campania ad inviare una fornitura straordinaria per evitare la sospensione prolungata. Attualmente in provincia di Avellino sono poco più di 122mila le persone vaccinate.

La chiusura del centro vaccinale di Cervinara arriva proprio mentre i comuni irpini della Valle Caudina vedono crescere i contagi e i sindaci di Cervinara e Rotondi devono prolungare la didattica a distanza.

De Luca in affanno

Vincenzo De Luca, oramai, ha perso tutta l’aurea dello scorso anno, quando la regione sembrava un sicuro baluardo contro la pandemia. La Campania sta mostrando tutti i suoi limiti in questa seconda fase. E, per il presidente – sceriffo non basta più gettare la croce sul governo.

Al di là dei suoi limiti e delle sue responsabilità, il sistema regionalistico italiano sta mostrando la corda. Le regione sono solo dei centri di potere, in grado di sperperare denaro pubblico e senza alcuna possibilità di poter pianificare ed organizzare sistemi efficienti.