Mascherina ai bambini, Consiglio di Stato: “Provare che non sia nociva”
Mascherina ai bambini, Consiglio di Stato: “Provare che non sia nociva”. Una “nuova, urgente, motivata rilevazione specifica dell’impatto dell’uso prolungato” delle mascherine a scuola per i bambini tra i 6 e i 12 anni, “anche alla luce dei criteri dettati dall’Oms”.
E’ quanto ha disposto il Consiglio di Stato in un decreto monocratico, accogliendo l’istanza cautelare dei genitori di una bambina che aveva forti difficoltà respiratorie legate all’uso della mascherina.
A giudizio di Palazzo Spada resta “evidente che l’imposizione non giustificata di un dispositivo come il dpi su scolari giovanissimi presuppone l’onere per l’autorità emanante di provare scientificamente che l’utilizzo non abbia impatto nocivo sulla salute psico-fisica dei destinatari”.
“Una sola dose a chi ha già avuto il Covid. Va somministrata sei mesi dopo la guarigione”
L’Agenzia italiana del farmaco ha deciso. Chi ha già contratto il coronavirus riceverà soltanto una dose di vaccino anti Covid-19. Quindi niente richiamo. E non prima che siano passati sei mesi dalla guarigione.
È questa, secondo quanto riporta l’Ansa, l’indicazione dei tecnici emersa nel corso dell’ultima riunione. Il parere dell’Aifa ora deve essere recepito in una nuova circolare da parte del ministero della Salute.
La decisione è stata preceduta da settimane di dibattito tra gli esperti, divisi tra chi ritiene che vadano seguiti i protocolli previsti dalle case farmaceutiche per i rispettivi vaccini anti-Covid e chi invece ritiene che le dosi destinate a chi ha già contratto la malattia possano essere conservate e iniettate alle persone più fragili.
L’infettivologo del Sacco di Milano Massimo Galli lo ripete da mesi: “Gli studi dimostrano che la memoria immunologica permane anche a 8 mesi dalla malattia. E gli scienziati non sono andati oltre nelle stime semplicemente perché la pandemia è iniziata un anno fa”.
A suo parere, quindi, ritardare la somministrazione del vaccino a chi è guarito, permetterebbe di risparmiare dosi per altre persone. Specie di fronte ai ritardi nelle consegne previste nel mese di marzo.
Soprattutto, da parte della Pfizer, di Moderna e di Astrazeneca. Il parere dell’Agenzia Italiana del farmaco va proprio in questa direzione e permetterà di accelerare ulteriormente la campagna di vaccinazione di massa.