Montesarchio: Al MANSC si celebra il Dantedì
Montesarchio: Al MANSC si celebra il Dantedì . Ormai da qualche anno, questo sarà il terzo, che il 25 marzo si celebra il “Dantedì”, giornata nazionale dedicata al Poeta dei poeti Dante Alighieri. Anche il Museo Archeologico Nazionale del Sannio-Caudino e quindi il direttore Enzo Zuccaro si unisce all’iniziativa del Ministero della cultura organizzando, alle ore 17, un incontro presso la sala conferenze in collaborazione con l’assessore competente Morena Cecere e la Proloco montesarchiese.
Dante: il padre della lingua Italiana
Il Dantedì è stato istituito dall’Italia il 17 gennaio 2020 con una direttiva approvata dal Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro Dario Franceschini. L’iniziativa è stata accolta positivamente e appoggiata da intellettuali e studiosi, oltre che da prestigiose istituzioni culturali come l’Accademia della Crusca, la Società Dantesca Italiana, la Società Dante Alighieri e l’Associazione degli Italianisti.
Si è scelta la date del 25 marzo perché pare che in questo giorno del 1300 il sommo poeta abbia iniziato il suo “viaggio” nella Divina Commedia anche se tra gli studiosi la questione si mantiene ancora controversa. Resta comunque il fatto che avere un giorno istituzionalizzato durante l’anno per ricordare il genio letterario di Dante è un fatto che rende lustro a tutto il mondo culturale italiano e non
Con Dante ci onoriamo di essere italiani.
Durante l’incontro, a ricordare Dante, le poetesse Angela Ragusa, Giovanna Damiano e Anna Lisi si cimenteranno nella lettura di suoi versi e saranno accompagnate dalle note musicali del chitarrista Simone Maiello. Considerato il padre della lingua italiana, sono ormai più di 700 anni che Dante è morto ma le sue opere restano il cardine fondamentale della letteratura italiana e la Divina Commedia tra i maggiori capolavori letterari mondiali.
Chi non riconoscerebbe infatti “nel mezzo del cammin di nostra vita,/ ritrovai per una selva oscura/ che la dritta via era smarrita…”oppure “Amor , ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del colui piacer si forte,/ e che , come vede, ancor non m’abbandona…”versi che sono impressi nella memoria e nel cuore di ogni italiano.