Operaio 59enne muore schiacciato, la strage continua

Redazione
Operaio 59enne muore schiacciato, la strage continua
Operaio 59enne muore schiacciato, la strage continua

Operaio 59enne muore schiacciato, la strage continua. Dobbiamo registrare, purtroppo, ancora una tragedia sul lavoro in Lombardia, ancora un morto, il 33esimo dall’inizio dell’anno nella regione.

L’ennesimo incidente mortale si è verificato nella mattinata di oggi, venerdì 4 giugno, a Leffe, in provincia di Bergamo. La vittima è un uomo di 59 anni, di cui al momento sono state rese note le iniziali: B.B..

L’uomo, di professione operaio, stava lavorando all’interno della ditta Plastic Leffe, azienda di materie plastiche che si trova in via Pezzoli D’Albertoni, quando è rimasto vittima di un incidente.

L’esatta dinamica di quanto accaduto è ancora da accertare, ma l’Azienda regionale emergenza urgenza riferisce che l’uomo ha subìto un “trauma da schiacciamento alla testa e al torace” che si è rivelato fatale.

La vittima abitava a Treviso e, stando a quanto ricostruito da vigili del fuoco e carabinieri intervenuti alla ditta bergamasca, sarebbe stato travolto da un carico di 5 quintali che stava scaricando dal mezzo pesante che aveva appena parcheggiato nel cortile dell’azienda di Leffe.

L’incidente

L’incidente sarebbe avvenuto mentre l’autotrasportatore stava sciogliendo le cinghie che reggevano il carico, che lo ha appunto travolto. Per l’operaio non c’è stato niente da fare: è la 33esima vittima sul lavoro in Lombardia.

L’intervento dei soccorsi è avvenuto alle 7.44. Sul posto sono intervenute un’ambulanza e un’automedica del 118, oltre ai carabinieri e ai vigili del fuoco. Per il 59enne però non c’era ormai più niente da fare, se non la constatazione di decesso.

Spetterà, adesso, ai carabinieri del comando provinciale di Bergamo accertare con esattezza cosa abbia provocato l’ennesima vittima sul lavoro in Lombardia. Appena quattro giorni fa l’ultimo incidente mortale.

Un operaio 54enne, padre di famiglia, era morto precipitando da circa dieci metri d’altezza, mentre puliva la condotta di una fonderia a Torbole Casaglia, in provincia di Brescia. Anche per lui i soccorsi non avevano potuto far nulla.

La notizia della sua morte era arrivata proprio mentre i sindacati Cgil, Cisl e Uil erano in presidio sotto la sede della Regione per chiedere maggiore sicurezza e fermare “la strage nei luoghi di lavoro”.