Rotondi: saltano gli stipendi dei dipendenti comunali?

Redazione
Rotondi: saltano gli stipendi dei dipendenti comunali?
Indennità e fondi, ViviAmo Rotondi incalza il sindaco Ilario

Riceviamo dal Gruppo Terramia e pubblichiamo

“Cari cittadini,
L’amministratore comunale deve gestire la cosa pubblica come il buon padre di famiglia, attenendosi a principi di efficienza, efficacia ed economicità nella gestione contabile. Il cittadino che delega i propri eletti ha il diritto-dovere di sapere. La buona politica si realizza se il cittadino nella sua libertà partecipa attivamente, informandosi, proponendo e controllando chi ha delegato.
Veniamo a noi.
Ciò che nei mesi scorsi avevamo immaginato è successo. I conti del comune sono fuori controllo e ora tocca all’esperto di turno (6.500€ più spese per 35 giornate) rimediare alla cattiva gestione amministrativa della maggioranza, rimettere ordine e palesare eventuali debiti fuori bilancio. Ma perché si è arrivati a questo? E perché Sindaco e maggioranza nulla dicono? Ebbene Terramia intende fornire alcune considerazioni utili per capire come siamo arrivati al punto di non poter pagare fornitori per centinaia di migliaia di euri (la sola Irpiniambiente vanta crediti per mezzo milione!) e a temere per gli stipendi dei dipendenti comunali. Molto è noto attraverso i media locali e la nostra newsletter (oltre che il canale whatsapp), ma è importante considerare come la complessità della situazione attuale discenda da un cumulo di scelte discutibili o gravemente errate. Ecco alcuni esempi: L’indebitamento per mutui contratti negli anni passati. Alcuni sono stati accesi senza eseguire opere e per i quali paghiamo rate salate. Esempio: due muti del 2010 con l’ICS (istituto di credito sportivo) per 340mila euro, finora inutilizzati, con rata mensile di 2.000 euro; La perdita di finanziamenti: 130mila euro per l’asilo Jabbraccio e 50mila euro per la discarica Cavone. In entrambi i casi il Comune ha impiegato fondi di bilancio per oltre 60mila euro; La mancata valorizzazione di beni immobili comunali (es. lotto area PIP ceduto e non venduto poi revocato e ora? Parliamo di 50mila euro. Alloggi comunali: 31 unità abitative e 15 pertinenze per le quali con canoni modestissimi, spesso non incassati la differenza a fronte di spese manutentive non compensate. Locali nella Villa comunale abbandonati); Spese tecniche ripetute e prive di riscontro: da oltre 20 anni inseguiamo un PUC che non arriva. I tecnici incaricati sono costati decine di migliaia di euro da fondi di bilancio e tre mutui (1999 – 64mila euro, 2003 77mila euro, 2005 – 60mila euro con scadenze tra il 2034 e il 2044). Altra telenovela: la Zona Rossa. Negli anni è costata oltre 50mila euro (cui aggiungere i danni causati dal regime vincolistico alla collettività e alle imprese) a fronte di un nulla di fatto; “Spese per liti”: le azioni legali risarcitorie verso l’Ente Comune hanno raggiunto cifre enormi (es. oltre 100.000€ nel 2017) a fronte di una cattiva gestione amministrativa; Bolletta elettrica: circa 15mila euro/ mese a causa di una pubblica illuminazione obsoleta; Gestione delle entrate: pessima la gestione dei tributi (ICI/IMU, TARI, TOSAP, Pubblica affissione), sul fronte della base imponibile e con enormi somme non riscosse, a fronte di controlli inesistenti (e dal 2013 l’Ente non riscuote tassa sulla pubblicità e pubblica affissione). A parte il capitolo dei crediti che vantiamo verso l’Alto Calore. Ci sono Comuni che hanno gestito la cosa, compensando i crediti con l’esecuzione, da parte di ACS, della manutenzione dell’impianto fognario comunale. Rotondi ha invece da un lato usato fondi propri o mutui (inutili perché poi non spesi) per lavori fognari; dall’altro ha immaginato di recuperare il credito non pagando bollette idriche per circa 200mila euro, esponendosi all’azione risarcitoria dell’ACS; Spese di bilancio per diverse decine di migliaia di euro a causa della pessima qualità di progettazione, esecuzione e controllo di opere pubbliche, anche se finanziate al 100%; L’abnorme (se confrontata con Comuni vicini) spesa per la custodia dei cani randagi (3.000 euro al mese per n. 33 cani contro i 10 di Cervinara); Spese per consulenze esterne: l’ufficio finanziario costa oltre 50mila euro l’anno, per tre quarti destinato a professionalità esterne. Fermiamo qui l’elenco. Il dovere istituzionale e il rispetto verso il cittadino impongono spiegazioni. Sindaco e maggioranza invece ritengono che tutto debba restare nelle segrete stanze. La cura non sarà indolore e non sarà breve e noi tutti dobbiamo informarci e capire, per evitare guai peggiori! Amministrare non è guardarsi la punta del naso ma avere una visione di medio/lungo periodo.
Buona Pasqua”