San Martino: una foto scattata 40 anni fa diventa un’opera d’arte, chi è quella bimba?

Redazione
San Martino: una foto scattata 40 anni fa diventa un’opera d’arte, chi è quella bimba?
San Martino: una foto scattata 40 anni fa diventa un'opera d'arte, chi è quella bimba?

San Martino: una foto scattata 40 anni fa diventa un’opera d’arte, chi è quella bimba? Colorland, 1975-1983. Gli scatti di Mario Cresci in mostra al Monastero di Astino. Inizialmente prevista dal 16 giugno al 5 novembre 2023, l’apertura della mostra è stata prorogata al prossimo anno.

L’invito di Gianni Raviele

Propone 50 immagini a colori, per lo più inedite, realizzate in Lucania e territori limitrofi, alcune delle quali entrate nello storico progetto collettivo “Viaggio in Italia” ideato da Luigi Ghirri nel 1984. Questi due grandi fotografi venivano invitati da Gianni Raviele, a metà anni ’80 del secolo scorso, per partecipare all’Estate sammartinese (non ancora San Martino Arte).

La rassegna s’era arricchita, infatti, d’una sezione dedicata alla fotografia; oltre a cantanti, attori, musicisti, poeti, pittori e scrittori, la Pro Loco ospitava grandi fotografi. Avevano campo libero, visitavano il paese e poi era il loro obiettivo, dalla loro personale prospettiva, a cogliere ciò che sentivano più che vedere. Già nel 1981

Alberto Bonito rivisse ambienti, scorci e personaggi del paese sul filo della memoria; poi, negli anni a seguire, Luigi Ghirri, Mimmo Iodice, Antonino Fiorentino e Mario Cresci. Due scatti di quella irripetibile stagione sono esposti al Metropolitan Museum di New York, nella sezione dedicata a Luigi Ghirri, fotografo emiliano che aveva colto San Martino durante la notte, con luci flou stranianti, in una bellezza umida e struggente quando più rassomiglia al paese dell’anima descritto da Gianni Raviele. Nacquero anche due intensi libri fotografici: “Uno sguardo tra gli altri” di Mario Cresci e “Qui come altrove” di Mimmo Jodice, entrambi con prefazione dello stesso Raviele.

Una delle foto più suggestive

Ebbene, proprio a San Martino V.C. fu scattata nel 1983 una delle foto più suggestive della mostra di Mario Cresci, che così ne ha descritto la genesi: «È bastato un attimo, che la bambina nascondesse il suo volto dietro a quello della sua grande bambola che teneva stretta in grembo.

Pensavo che quell’attimo non mi aveva consentito di vederla in volto e quindi si trattava di una fotografia di un ritratto non riuscito. Quando la stampai per pura curiosità, mi resi conto che la bimba vera si era come integrata con la sua bimba-bambola, a tal punto che la postura della testa dai capelli rossi della bambola sembra appartenere al corpo della bimba vera. Una fotografia mal riuscita può diventare improvvisamente interessante, persino all’insaputa del fotografo».

Sul Corriere della Sera Stefano Bucci ha scritto che, nella mostra di Cresci, «… i volti sembrano perdere ogni tratto concreto … come nella bambina protagonista di una delle fotografie più emozionanti della mostra al Monastero di Astino (Valle Caudina, Avellino, 1983) … spariscono dietro la parrucca rossa di una bambola». Una curiosità è rimasta nella mia mente: chi sarà mai la bimba sammartinese ritratta nella foto?

Massimo Zullo