Terrorismo ad Avellino, due arresti, pronto un attentato

Redazione
Terrorismo ad Avellino, due arresti, pronto un attentato
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Terrorismo ad Avellino, due arresti, pronto un attentato. Il ROS e i carabinieri del  Comando Provinciale  di Avellino ha eseguito 2 misure cautelari in carcere. Ad emettere gli ordini di carcerazione il gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo.

Due arresti

A finire in carcere due indagati gravemente indiziati di aver fabbricato, portato in luogo pubblico e fatto esplodere, in concorso fra loro, per finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, un ordigno artigianale di “importante potenziale esplosivo”.  L’ordigno fu fatto esplodere e causava un significativo danneggiamento al portone blindato del Centro per l’Impiego di Avellino.

L’indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli, ha preso il via  nel maggio 2020, a seguito della deflagrazione del menzionato ordigno artigianale. Le investigazioni, quanto alla matrice eversiva dell’attentato, hanno evidenziato diversi punti. Innazitutto gli  indagati risultano simpatizzanti dell’ampia ed eterogenea realtà nazionale avversa ai provvedimenti restrittivi adottati dal Governo. Si tratta delle misure prese  per fronteggiare l’emergenza sanitaria da COVID -19.

L’evento delittuoso si colloca quindi in un periodo storico di forti tensioni sociali caratterizzate da proteste di piazza e iniziative di contestazione al potere statuale tanto a livello centrale quanto regionale.

Serie di attentati

A conferma di ciò, gli inquirenti hanno  accertato che gli indagati avevano aderito all’iniziativa, ascrivibile all’epoca al contesto dei “movimenti spontanei popolari” . I movimenti avevano dimensione nazionale, di querelare il Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore.

Secondo loro il premier Conte doveva rispondere dei reati di “attentato contro la costituzione dello stato, abuso d’ufficio e violenza privata”, con riferimento all’adozione dei provvedimenti restrittivi in materia di emergenza pandemica.

Le investigazioni, particolarmente complesse e delicate, hanno evidenziato intenti “rivoluzionari” palesati dagli indagati nel corso di manifestazioni pubbliche organizzate nel territorio del Comune di Avellino.

Non solo,  hanno dimostrato che gli stessi, nonostante alcune attività di perquisizione avessero disvelato l’esistenza dell’indagine, avevano pianificato un’ulteriore azione violenta, nei loro intenti ancora più pericolosa, che tuttavia non portavano a compimento.