Tra sabato e domenica, scatta l’ora legale

Redazione
Tra sabato e domenica, scatta l’ora legale

Tra sabato e domenica, scatta l’ora legale. Succede tutto questa settimana: l’arrivo della primavera, l’ora legale tra sabato e domenica prossimi e l’aumento delle temperature.

I problemi dell’organismo

Dai raggi del primo sole primaverile, che fanno capolino tra le pietre giganti di Stonehenge (con il loro girotondo neolitico scandiscono l’avvicendarsi delle stagioni), al perdere un’ora di sonno, il passo non è certo breve. In mezzo c’è sempre il nostro organismo, costretto a sobbarcarsi il disagio e ad assorbire rapidamente tutti questi cambiamenti.

Non sorprende dunque che ne possa derivare qualche scompenso più o meno pesante. Stanchezza, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, mal di stomaco. Passando per gli sbalzi d’umore. Quindi, prepariamoci.Di ora legale se ne è discusso anche Parlamento europeo, dopo che vari gruppi hanno chiesto di cancellarla.

Da noi è stata adottata nel 1966. Da allora si sono accumulate diverse evidenze scientifiche a sostegno della tesi che, per l’organismo, si tratta di una faticata. Contro i risparmi economici previsti: in sette mesi meno 190 milioni nel nostro sistema elettrico.

I problemi di salute nascono principalmente dal debito di sonno che determina. E non solo per l’ora che perderemo nella notte tra sabato e domenica.

Molte persone fanno fatica ad assorbire questa ora persa in primavera come anche l’ora guadagnata in autunno, col ritorno all’ora solare.

Colpa della melatonina, un ormone prodotto dall’ipofisi al buio. Il problema è che quando la sveglia suona alle 6, fuori è ancora scuro e si fa fatica ad assumere la modalità.

Un problema speculare nasce la sera, quando il buio tarda ad arrivare e il nostro organismo non ne vuole saperne di mettersi in modalità off.

Dormiglioni e allodole

I più sensibili al cambio di orario sono i dormiglioni, mentre le allodole, cioè i mattinieri, ne risentono di meno. C’è, insomma, chi assorbe l’ora legale nello spazio di un giorno ma anche chi impiega fino a tre settimane, trascinandosi come uno zombie, facendo una gran fatica a concentrarsi sul lavoro o nello studio e finendo per farsi cullare ancora di più dalla navigazione nel web.

( Fonte Il Messaggero )