Trovato morto a Londra il figlio dell’ex sindaco Masi

Redazione
Trovato morto a Londra il figlio dell’ex sindaco Masi
Trovato morto a Londra il figlio dell'ex sindaco Masi

Trovato morto a Londra il figlio dell’ex sindaco Masi. Un grave lutto scuote la comunità di Carinaro che perde uno dei suoi figli migliori. Ha perso la vita o all’improvviso a 46 anni Carlo Masi, figlio dell’ex sindaco Mario e fratello dell’attuale consigliere comunale Stefano.

Malore nel suo apparamento

L’uomo è stato trovato privo di vita nella giornata di lunedì nel suo appartamento di Londra. Da anni viveva nella capitale inglese. A Londra lavorava,  dopo la laurea alla Bocconi, con un incarico prestigioso. Un malore improvviso potrebbe averlo strappato per sempre all’affetto dei suoi cari.

La notizia del decesso ha gettato nello sconforto la città e anche l’amministrazione comunale ha voluto ricordare Masi con un messaggio di cordoglio rivolto ai familiari.  “Il Sindaco, l’amministrazione comunale,i dipendenti e gli Lsu partecipano al dolore che ha colpito ieri la famiglia Masi.

Con immenso rammarico apprendiamo la dipartita del figlio dell’ex Sindaco Masi , nonché fratello del consigliere Stefano. Il dott Carlo Masi è venuto a mancare nella giornata di Lunedì. Da parte di tutti noi le più sentite condoglianze ,siamo vicini nel comprendere la tragedia che una dipartita così imprevista può portare in una famiglia , ci stringiamo nel dolore simbolicamente ai familiari .”

“Te la faccio pagare….” Il padre la mette incinta e la madre la sequestra.

Padre e madre arrivano a processo. Lo ha disposto il gup Marcello Rizzo, dopo l’udienza preliminare per due genitori della provincia di Lecce.

Sono accusati di sequestro di persona. L’uomo è già condannato in appello per violenza sessuale. La sopravvissuta in questa storia, colei che ha avuto il coraggio di denunciare, è la figlia della coppia.

Oggi trentenne, che, come riporta Corriere Salentino, accusa i genitori di averla segregata da aprile a giugno 2017. La donna ha testimoniato di essere stata tagliata fuori dal mondo nei momenti in cui i genitori uscivano dalla casa comune, chiusa nell’abitazione a chiave, senza telefono né wi-fi.

In più, secondo l’accusa, la donna sarebbe stata inibita dai contatti con il nuovo compagno, con cui vive ora in un’altra provincia pugliese, ma anche dai contatti con i propri figli, che non avrebbe potuto accompagnare o riprendere da scuola.

Accudire e nutrire come farebbe qualunque madre. La donna ha infatti due figli. Uno nato dall’incesto e che l’esame del Dna ha confermato essere del padre, e l’altro nato da un precedente matrimonio.

“Te la faccio pagare….” Il padre la mette incinta e la madre la sequestra

Alla radice di questa storia c’è però una vicenda già nota alle cronache giudiziarie. Il padre è ritenuto colpevole di violenza sessuale verso la figlia. Che ha raccontato ai carabinieri di essere oggetto di molestie e stupri fin da quando aveva 7 anni.

A 15 anni la ragazzina, oggi donna, restò incinta per la prima volta del padre e abortì, mentre a 20 anni tenne il bambino. Lo scorso settembre il padre ebbe uno sconto di pena nel processo d’appello, passando da 30 a 17 anni, e ora dovrà tornare in tribunale con accuse differenti, ma con la stessa accusatrice.

La trentenne ha avuto, infatti, il coraggio di raccontare la sua odissea in una lettera scritta al compagno. Con il suo sostegno ha, poi, deciso di denunciare anni di presunte violenze e minacce da parte del padre ai carabinieri.

E in tutto questo, anche in base al nuovo processo per sequestro di persona – che si aprirà il 21 maggio davanti al giudice monocratico Elena Coppola – spuntano degli interrogativi sul ruolo della madre.

La complicità della madre

Oltre alla recente accusa, ancora il Corriere Salentino aveva raccontato che la donna fosse al corrente delle violenze perpetrate dal marito. Entrambi i genitori avevano infatti accompagnato ad abortire la figlia 15enne.

Fornendo all’ospedale di Gagliano del Capo la versione di una violenza sessuale da parte di uno sconosciuto, affinché potesse avvenire l’interruzione volontaria di gravidanza. Immediatamente dopo l’aborto, la donna ha affermato di essere stata stuprata in auto ancora una volta dal padre, che la minacciava costantemente con frasi del tipo: “Con me non devi scherzare… te la faccio pagare”.

La trentenne si è costituita parte civile ed è difesa, con il nuovo compagno, dall’avvocato Francesco Della Corte. Mario Coppola, Luigi e Alberto Corvaglia sono rispettivamente i legali della difesa della madre e del padre.