Un brutto male porta via Peppino a soli 43 anni

Redazione
Un brutto male porta via Peppino a soli 43 anni
Un brutto male porta via Peppino a soli 43 anni

Un brutto male porta via Peppino a soli 43 anni. Oggi la comunità di Lusciano vive  un giorno molto triste ma anche per molti cittadina di Aversa. E’ deceduto nella notte all’età di 43 anni Giuseppe Riccardo, corriere e padre di famiglia.Un uomo buono portato via da un destino atroce.

Battaglia contro un brutto male

Peppino, come affettuosamente lo chiamavano tutti, non è riuscito a portare a termine una battaglia dura, combattuta col sorriso sulle labbra e la voglia di continuare a essere un faro per la sua famiglia. Lascia la moglie e tre figli. Il 43enne si è spento nell’abitazione di viale dei Pini, al confine con Aversa. Così lo ricorda il cugino in un post toccante: “Non doveva andare così…Non doveva finire così… Riposa in pace cuginetto mio caro…Riposa in pace Peppì”.

33enne uccide la madre con trenta coltellate

Dramma questa mattina a Castrovillari, comune del Cosentino, dove un uomo ha ucciso a coltellate la madre al culmine di un lite.

L’omicidio è avvenuto nell’appartamento in cui viveva la donna e il figlio, 33 anni, sarebbe stato già fermato dai carabinieri intervenuti prontamente sul posto. Trenta le coltellate che il 33enne avrebbe sferrato alla madre, una donna di 65 anni.

Sull’omicidio indagano i carabinieri sotto il coordinamento del pubblico ministero Valentina Draetta. L’omicida, che sembra fosse affetto da problemi psichici, subito dopo essere fermato, mentre era all’interno dell’appartamento dove è avvenuto l’omicidio, è portato in caserma ed è adesso sotto tutela degli uomini dell’Arma.

L’allarme è lanciato dal marito della vittima e padre dell’autore del delitto avvenuto in Via Reginaldo Pellegrini, in una zona residenziale della città del Pollino.

Operaio morto sul lavoro nel Cosentino, dubbi sui soccorsi: la famiglia chiede verità

Sanno solo che è morto al lavoro, che sarebbe colpito e schiacciato dalla grossa cima di un albero che stava tagliando, a Cellara, nel Cosentino, ma cosa sia veramente accaduto a Ionel Schipor, a quasi due settimane dalla tragedia, è ancora un mistero fitto per i suoi familiari.

A dare la notizia è lo Studio3A-Valore, team di avvocati e periti a cui la famiglia si è affidata per chiarire la vicenda. Schipor, fanno sapere dallo studio, aveva solo 33 anni, era originario della Romania, dove ha lasciato i genitori e diversi fratelli.

Ma, era immigrato e viveva da tempo in Italia, dove si era sposato, aveva messo su famiglia e abitava, a Fagnano Castello, nel Cosentino. Era regolarmente assunto come operaio, dal gennaio 2021, da un’impresa di Figline Vigliaturo che si occupa di coltivazioni agricole e anche ad attività boschive legate al legname.

Colpito alla testa da una cima caduta da diversi metri

Secondo quanto ricostruisce lo studio, venerdì 14 maggio l’uomo era impegnato per conto della sua azienda nel taglio di alcuni alberi in un’area a bosco nel territorio comunale di Cellara, ma qui per la moglie, sua connazionale, inizia il buio quasi totale.

Stando alle frammentarie notizie ricevute, per lo più dai carabinieri della stazione di Mangone, attorno alle 11 Schipor sarebbe travolto dalla cima di un albero precedentemente abbattuto.

Si sarebbe spezzata durante il taglio di un’altra pianta vicina a cui la prima era rimasta appoggiata, e che gli sarebbe caduta sulla testa da svariati metri di altezza. Riferisce ancora lo studio.

“I colleghi presenti hanno immediatamente chiamato il datore di lavoro ma, con una decisione incomprensibile, anziché allertare subito i soccorsi e l’ambulanza, il titolare avrebbe mandato in loco un fratello.

Lo avrebbe caricato in macchina il povero operaio in fin di vita trasportandolo all’ospedale Annunziata di Cosenza; dove però Schipor è arrivato già morto, spirato, durante il tragitto, a causa dei gravissimi traumi da schiacciamento riportati”.

La Procura di Cosenza, attraverso il pubblico ministero Margherita Saccà ha aperto un procedimento penale per omicidio colposo.

La salma ancora in attesa all’obitorio

La moglie del giovane operaio non ha ancora ricevuto il nulla osta per poter procedere con il rimpatrio in Romania della salma; ricomposta nella camera mortuaria dell’Annunziata e ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Autorità che, però, non ha notificato nulla ai familiari in merito ad un’eventuale perizia autoptica. Né la famiglia ha ricevuto altre comunicazioni e non è a conoscenza delle indagini effettuate o disposte.

“Oltre a chiarire cosa sia effettivamente successo – sottolineano dallo studio legale – andrà ben accertato anche se quell’attività boschiva sia stata svolta nel rispetto di tutte le misure e i presidi di sicurezza previsti,  oltre all’altrettanta fondamentale formazione.