Valle Caudina: 10 interventi covid, in meno di 24 ore, per il 118 di Airola
Valle Caudina: 10 interventi covid, in meno di 24 ore, per il 118 di Airola. In meno di 24 ore, il 118 della postazione di Airola ha dovuto effettuare ben dieci interventi per emergenza covid- 19. Il dato la dice lunga sulla situazione che si continua ancora a vivere in Valle Caudina.
Ricovero come epilogo
Precisiamo che gli interventi non riguardano solo Airola, ma anche Paolisi, Pannarano ed Arpaia. Ma la stragrande maggioranza si concentra proprio su Airola. Delle dieci richieste di intervento, fortunatamente, solo due hanno avuto come epilogo il ricovero in ospedale.
La situazione, però, misura il polso della situazione. Non solo, testimonia di come sia completamente saltata la medicina di prossimità. I pazienti, anche solo per un attacco di panico, non possono fare altro che chiedere aiuto al 118.
Questo tipo di intervento, infatti, potrebbe essere svolto dai medici di base o da quelli della Guardia Medica. Potrebbe, il condizionale è veramente d’obbligo in questa situazione. Così, a volte, quello che dovrebbe essere un servizio usato solo per le emergenze, viene richiesto anche per questioni minime.
A volta, le persone positive non sanno a chi rivolgersi. Non resta altro che digitare il 118, sapendo che l’ambulanza arriverà. E l’equipe farà di tutto per soccorrere e far stare meglio chi chiede aiuto.
Rivedere il sistema sanitario
Passata questa pandemia, questa emergenza. Dovrebbe essere arrivato veramente il caso di rivedere il ruolo dei medici sul territorio ed anche quello della continuità assistenziale, ossia, la guardia medica.
Intendiamoci, tanti medici si stanno sacrificando al massimo e su queste colonne ve ne stiamo dando conto pubblicando anche i ringraziamenti degli assistiti. In altri casi, però, si scorge una sorta di menefreghismo e di volere scaricare sugli altri tutte le responsabilità.
Questo vuol dire che bisogna dare il merito a chi si spende per soccorrere le persone che hanno bisogno. Tutto questo mettendo a rischio la propria salute e quella dei propri familiari. Mai come in questo caso, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, o meglio, al medico ciò che è di Ippocrate.