Valle Caudina: il sabato della nostra fragilità

Redazione
Valle Caudina: il sabato della nostra fragilità

E’ un sabato italiano ma non è un sabato qualunque. E’ il sabato dell’incertezza, della paura, della preghiera. E’ il sabato della consapevolezza, è il sabato delle lacrime, per chi ha perso un proprio caro o lo sta vedendo lottare in un letto di una terapia intensiva.

E’ il sabato della speranza, per la guarigione di un familiare, della gioia e del dolore.E’ il sabato dei medici e degli infermieri, di persone normali, baluardo e speranza per tutti.

E’ il sabato dei ricercatori, chiusi nei laboratori, alla ricerca di una formula magica. E’ il sabato delle telefonate, dei gruppi whatapp, dei social e di chi continua a vomitare veleno e a predicare odio.

E’ il sabato di quella bella ragazza di 16 anni che stasera avrebbe avuto il primo appuntamento.E’ il sabato delle mamme e dei papà che hanno i loro figli lontano.

E’ il sabato della vecchina che prega con un filo di voce e del figlio che le tiene la mano.

E’ il sabato del figlio che non può più tenere la mano alla mamma.E’ il sabato dei bambini che mettono la casa a soqquadro.E’ il sabato dei sindaci che hanno il cuore in gola.

E’ un sabato di pioggia, che, forse, lava le tante bestemmie in città.E’ un sabato che non si può abbracciare, che non si baciare e neanche bere.

E’ un sabato italiano ma non è un sabato qualunque, forse, è il sabato della nostra fragilità.