Valle Caudina: la notte della Befana che non si arrende
Valle Caudina. Tutti i propositi di passare la notte insonne si infrangevano sempre dopo la mezzanotte. Dopo qualche ora ci si svegliava di soprassalto ma le calze erano state tutti riempite ed i regali erano ai piedi del letto. E così, era necessario rimandare all’anno successivo la possibilità di pescare la Befana sul fatto o di smascherare i propri genitori. C’era sempre qualche bimbo più grande che raccontava una versione diversa, asseriva che quella vecchina non esisteva e che erano mamma e papà a lasciare i doni. Il dubbio era amletico ma nessuno poteva giurare che fosse vero, anche perché, non di rado, le calze venivano riempite di cenere e carbone. Oggi sembra quasi un di più, eppure, sino a non molti anni fa, i doni li portava la Befana, non Babbo Natale. Chi è nato negli anni 50,60 e 70 del secolo scorso lo dovrebbe ricordare bene. Dovrebbe rammentare anche che nella calza, subito dopo la seconda guerra mondiale si potevano trovare noci, castagne, qualche mandarino ed al massimo, un torroncino. Le cose sono cambiate a metà degli anni 80, quando Babbo Natale, a colpi di spot della Coca Cola, ha vinto il derby con la vecchina. In qualche casa è rimasta immutata la tradizione e la notte che sta arrivando, sarà la notte dell’attesa della Befana. E guai ad essere stati cattivi, la vecchina a cavallo della scopa non perdona. A quanto raccontano, però, si è addolcita perché cenere e carbone sono diventati dolciumi. E’ cambiata perché, il suo rivale di sempre. Babbo Natale non delude mai nessuno. Minaccia, minaccia ma poi premia sempre tutti anche i bambini che meriterebbero una tiratina d’orecchie o, almeno, di non ricevere il regalo a Natale o alla Befana. La vecchina non si arrende, cerca mantenere anche quell’aspetto truce per tentare di mantenere un certo distacco. Cerca di resistere ma non è semplice perché resta sempre più sola. Fa tenerezza la Befana, e fa riflettere. Oggi sembra mostrare tutti i suoi anni a non è lei ad essere invecchiata, siamo a noi a volerla dimenticare a tutti. La vogliamo riporre da qualche parte come facciamo con qualche parente di cui ci vergogniamo. Eppure, la vecchina che portava cenere e carbone, castagne e mandarini fa parte del nostro Dna, della nostra storia.