Valle Caudina: la scuola assassinata e gli yes man in parlamento che negano l’evidenza

Redazione
Valle Caudina: la scuola assassinata e gli yes man in parlamento che negano l’evidenza

Valle Caudina: la scuola assassinata e gli yes man in parlamento che negano l’evidenza. La spesa pubblica per l’istruzione dovrà diminuire nei prossimi anni. Quindi ci saranno meno dirigenti e direttori amministrativi, ma anche meno docenti, meno personale e quindi meno istituti. Alcune scuole chiuderanno. Sarà l’inevitabile conseguenza delle scelte politiche attuali e degli ultimi anni.

Il braccio di ferro

In questi giorni le Regioni, in applicazione delle disposizioni nazionali. Stanno procedendo al dimensionamento scolastico. Il governo Meloni ha stabilito il taglio dei dirigenti. Le istituzioni regionali da mesi hanno avviato un intenso braccio di ferro per evitare gli accorpamenti con tanto di ricorso alla Corte Costituzionale.

Nel contempo Vincenzo De Luca, per il tramite dell’assessore all’istruzione Fortin, ha dovuto iniziare a lavorare alla riorganizzazione. In Campania 120 istituti scolastici scompariranno, per essere accorpati. I deputati dei partiti di governo si affrettano a precisare che nessuna scuola sarà chiusa e che la norma prevede solamente la riduzione dei dirigenti e dei responsabili amministrativi.

In media nella nostra regione gli istituti dovranno avere 960 allievi. Per cui se per alcuni istituti si deciderà di mantenerli in vita con meno studenti, allora dovranno essere varati mega istituti con un numero di alunni di molto superiore a mille unità.

Ma il combinato disposto dei vari provvedimenti che hanno effetto sulla scuola potrebbero in realtà esporre a rischio chiusura tante scuole.

Innanzitutto il DEF 2023 ha sancito il blocco di fatto delle assunzioni. Da qui al 2026 la P.A. ha bisogno di 726mila unità solo per sostituire coloro che andranno in pensione (previsioni ANPAL-Unioncamere). In base a questi numeri, non ci sarà nessun recupero dei livelli occupazionali pregressi e nemmeno una sostituzione completa delle uscite”. Per la scuola si prevede un taglio dell’organico a partire dal 2026.

Complessivamente la spesa pubblica per l’istruzione si prevede che scenda dal 4,0% del 2020 al 3,5% del 2025.

Tra quattro anni ci sarà un primo taglio di posti di insegnante.

Il diritto allo studio purtroppo non è garantito allo stresso modo in Italia. Se si valuta il tempo pieno nella scuola primaria questo è garantito al 55,3% delle classi nel Lazio, al 51,8% in Lombardia, al 50,9% in Emilia Romagna, al 10,7% in Sicilia, al 17,7% in Puglia, al 17,6% in Campania, al 6,9% in Molise.

Per ridurre il divario territoriale servirebbero quasi 5.600 assunzioni di insegnanti elementari, di cui 1.856 in Campania, oltre ovviamente a personale tecnico e ai servizi accessori comunali come le mense scolastiche.

Ci vogliono assunzioni

Qualcuno potrebbe dire: adesso ci sono i fondi del PNRR. Certo, per finanziare la costruzione delle mense, degli asili. In sostanza per gli investimenti. Ma per la gestione dei servizi serve finanziare la spesa corrente. Ci vogliono assunzioni, quindi più soldi, non tagli.

Solo in questo modo si può invertire la tendenza dell’impoverimento del mezzogiorno, dello spopolamento delle aree interne, della fuga dei giovani laureati verso il nord del paese.Con meno dirigenti, meno risorse e meno docenti, sarà impossibile tenere aperte tutte le scuole. Naturalmente gli istituti più penalizzati saranno quelli dei piccoli comuni, delle aree rurali, delle aree interne. Guardando alla nostra regione, tra quelle più a rischio sono a rischio le scuole del Sannio e dell’Irpina. Soprattutto quelle delle aree montane, collinari.

Accorpamenti dal 2024

Anche in valle caudina, già dal 2024 saranno necessari diversi accorpamenti per garantire il numero minimo di 960 studenti. A difesa delle nostre scuole si dovrebbero schierare tutti i rappresentanti istituzionali a prescindere dall’appartenenza politica. Impedire l’impoverimento dell’offerta scolastica è indispensabile per scongiurare la morte dei nostri territori.

Questi sono i dati. I numeri non si possono confutare. E se qualcuno che dalle nostre parti si erge a difensore del territorio e poi a Roma è costretto a fare solo lo yes man farà qualcosa per invertire la rotta saremo ben felici di segnalarlo.

I don Abbondio da Roma alla Valle Caudina

Prendersela con la regione Campania è solo un piccolo cabotaggio di propaganda che non serve al territorio e non serve neanche alla crescita politica di questi personaggi. Ricordiamo l’intramontabile Alessandro Manzoni, arruolato nel gotha culturale del centro destra suo malgrado: ““Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”. Sappiano, però questi don Abbondio 2.0 con i loro pennivendoli che saranno i principale esecutori materiali del delitto di assassinare il territorio, di uccidere per sempre la Valle Caudina perchè senza la scuola, senza il diritto allo studio si muore lentamente ma si muore.