Valle Caudina: Miele nei neonati. E’ giusto usarlo?

Redazione
Valle Caudina: Miele nei neonati. E’ giusto usarlo?

Gli antichi popoli ne avevano scoperto le numerose proprietà benefiche. Considerato “cibo degli dei”, ne facevano un largo uso in cucina e ne sfruttavano le proprietà curative utilizzandolo come unguento e nelle creme.
I BENEFICI: Toccasana per la pelle, eccezionale per la bellezza dei capelli, energetico, migliora la memoria, favorisce la crescita delle ossa, stimola le difese immunitarie, riduce l’ansia, calma la tosse, aiuta a ridurre il reflusso esofageo e risulta benefico per lo sviluppo della “buona” flora batterica intestinale. Semplicemente…il miele.
Prodotto dell’alveare, il miele nasce dall’attività delle api bottinatrici, un tipo di ape operaia che svolge il compito esclusivo di raccogliere il nettare, o la melata, dai fiori e dalle piante e trasportarlo nelle arnie dove le api giovani, passandoselo l’una all’altra, lo trasformano in miele arricchendolo e stoccandolo nelle celle dove verrà protetto e conservato da uno strato di cera.
I RISCHI PER I NEONATI: Proprio dall’attività instancabile e straordinaria delle api bottinatrici può arrivare però un rischio molto grave per i bimbi più piccoli. Le api, con la loro attività infatti, posandosi su varie superfici durante la loro attività di raccolta del nettare possono catturare le spore di “Clostridium botulinum”, microrganismo diffusissimo nell’ambiente e che normalmente non crea nessun problema. Le spore in condizioni favorevoli possono però produrre una tossina che ha effetti neurologici gravi generando una sindrome che viene chiamata “botulismo”.
Esistono varie forme di botulismo, quella più conosciuta è quella “alimentare”, dovuta all’ingestione di tossina preformata in alcuni tipi di alimenti, poi vi sono il “botulismo da ferita”, dovuto alla produzione di tossina da una ferita infetta, il “botulismo iatrogeno” causato da uno scorretto utilizzo della tossina in cosmesi od in terapia e, infine, vi è il cosiddetto “botulismo infantile”.
Si tratta di un’intossicazione riscontrabile in bambini dai 0 ai 12 mesi di età, ma più frequente dai 2 ai 6 mesi, provocata dalla tossina botulinica che può provocare una paralisi generale del corpo e quindi una paralisi respiratoria che può portare alla morte per soffocamento.
Quando le spore arrivano nell’intestino del neonato, dove non è ancora sviluppata la flora batterica, possono trovare terreno fertile per moltiplicarsi, produrre la tossina botulinica e sviluppare la malattia.
Gli adulti e i bambini più grandi, avendo una flora intestinale più complessa ed un transito intestinale più veloce, riescono ad espellere queste spore senza permettere loro di sviluppare la tossina.
Nell’intestino di un neonato, invece, vi è un ambiente praticamente sterile alla nascita ed è un ambiente favorevole allo sviluppo di tossina botulinica dalle spore accidentalmente ingerite.
Le spore di Clostridium botulinum sono diffusissime ed hanno la capacità di resistere a lungo nell’ambiente tanto che il maggior veicolo di botulismo infantile è la polvere.
Le spore di Clostridium botulinum, così come resistono per lungo tempo nell’ambiente, possono resistere per lungo tempo nel miele prodotto dalle api che, raccogliendo il nettare da fiori e piante, possono trasportare spore di Clostridi all’interno dell’alveare e quindi nel miele.
I casi di botulismo infantile fortunatamente non sono molti, ma l’Italia da sola ha fatto registrare la metà dei casi di botulismo infantile accertati nell’Unione Europea e considerato che il miele può facilmente essere eliminato dalla dieta, nonostante le innumerevoli proprietà benefiche, è bene evitare il rischio per i neonati.
In alcuni Paesi Europei è stata disposta l’indicazione in etichetta di evitare il consumo di miele da parte dei neonati e la Commissione Ue lascia ai singoli Stati membri la possibilità di decidere in merito alle indicazioni in etichetta del rischio per i neonati.
Prima di proporre l’obbligo di indicazioni in etichetta in Italia si è deciso che sull’argomento vada prima lanciata una apposita campagna di sensibilizzazione e di informazione che arrivi a tutti i consumatori senza allarmismi ingiustificati.
Nessuna demonizzazione di questo prezioso alimento dunque, ma così come è fortemente consigliato nell’alimentazione di bambini sopra l’anno di età e degli adulti consigliamo fortemente di evitare di somministrare il miele ai bimbi al di sotto dell’anno di età.
Il ciuccio intinto nel miele? No grazie.

Ugo Cioffi