Valle Caudina: rimesso in libertà l’autista di pullman di Airola

Redazione
Valle Caudina: rimesso in libertà l’autista di pullman di Airola
Ferma il pullman prima di morire per un malore

Valle Caudina: rimesso in libertà l’autista di pullman di Airola. Il Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Napoli, accogliendo l’istanza dell’Avv. Vittorio Fucci jr, ha revocato la misura dell’obbligo di dimora all’autista di pullman Maglione Mario, di Airola, di 51 anni, rimettendolo in libertà.

Arresto a Napoli

Come si ricorderà, il Maglione fu tratto in arresto, a Napoli, il 15 settembre, perché ritenuto presuntivamente responsabile di detenzione aggravata ai fini di spaccio di oltre 110 gr. di hashish.L’arresto avvenne  mentre era alla guida del pullman. A seguito dell’udienza di convalida, il GIP sostituì la custodia cautelare in carcere con la misura degli arresti domiciliari.

Il Tribunale del Riesame, dopo, sostituì i domiciliari con la misura dell’obbligo di dimora, oggi revocata dal GUP che ha rimesso il Maglione in libertà.

Intanto, arriva una storia di lavore nero e sfruttamento.Altro che imprenditori, alcune persone che si fregiano di questo titolo si comportano peggio degli schiavisti. Tutto questo avviene nel 2021 in quella che dovrebbe essere la civilissima Europa. Gli agenti della squadra mobile della questura di Benevento hanno tratto in arresto un 65enne di Dugenta.

Tre persone a piede libero

L’uomo deve rispondere delle accuse di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Nell’inchiesta figurano anche altre tre persone denunciate a piede libero.  A decretare l’arresto, il tribunale del riesame che ha accolto il ricorso presentato della Procura della Repubblica di Benevento.

Il capo della Procura Policastro aveva presentato il ricorso al tribunale del Riesame, dopo che il Gip aveva negato l’arresto. La difesa del 65 si era rivolta anche alla corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso. A questo punto, la decisione del Riesame diventa esecutiva e l’uomo si trova associato ai domiciliari.

L’attività investigativa aveva preso il via a dal Commissariato di Telese nel gennaio di tre anni fa, quando il 65enne era stato fermato per un controllo stradale mentre si trovata alla guida di un autocarro.

Gli agenti trovarono all’interno cinque cittadini di nazionalità straniera, privi di documenti di identità. I cinque lavoravano no in un’azienda di famiglia dell’indagato. Azienda che si trova a Dugenta e lavora i tessuti.

Secondo l’accusa dovevano sgobbare per dodici ore filate in cambio di 20 euro al giorno .Non solo, a loro venivano trattenuti anche altri soldi per pagare le spese di un alloggio che definire fatiscente è un eufemismo.. Insomma, si continua a pensare allo sfruttamento di queste persone che fuggono dai loro paesi.

Valle Caudina: rimesso in libertà l’autista di pullman di Airola

Non dimentichiamo che la stessa sorte viene riservata a tantissimi nostri connazionali. Il lavoro nero e lo sfruttamento restano le piaghe più purulente del nostro meridione, con buona pace di chi dovrebbe effettuare i controlli e chi dovrebbe difendere il lavoro.

Con questa malattia pandemica, le cose sembrano destinate anche a peggiorare. I diritti dei lavoratori diventeranno sempre più aleatori e solo in pochi li potranno difedere.