Verso l’addio la bustina di zucchero al bar

Redazione
Verso l’addio la bustina di zucchero al bar
Verso l'addio la bustina di zucchero al bar

Verso l’addio la bustina di zucchero al bar.  Si potrebbe avvicinare il momento dell’addio alla bustina di zucchero. E’ destinata a sparire dai banconi dei bar di tutta l’Unione Europea.

Il regolamento sugli imballaggi presentato oggi dalla Commissione Europea, infatti, sono espressamente vietati gli imballaggi monouso anche per lo zucchero nel settore Horeca (hotellerie-restaurant-café).

E’ proposto nella proposta di regolamento di mettere al bando “bustine, tubetti, vassoi e scatole”. Saranno proibiti, se la proposta non sarà modificata in sede di discussione, “imballaggi monouso nel settore Horeca, contenenti singole porzioni o porzioni.

Utilizzati per condimenti, conserve, salse (come il ketchup), creme per il caffè, zucchero e condimenti, ad eccezione di tali imballaggi forniti insieme ad alimenti pronti da asporto destinati al consumo immediato senza necessità di ogni ulteriore preparazione“.

Di conseguenza, se la proposta passerà così com’è, la bustina di zucchero diventerà solo un ricordo che con il tempo sbiadirà sempre più. Si metterà così fine in Europa, per tornare probabilmente alle tradizionali e più ecologiche zuccheriere, ad un oggetto che ha circa un secolo di storia.

Bustina di zucchero al bar, vicino l’addio. Si potrebbe avvicinare il momento dell’addio alla bustina di zucchero. E’ destinata a sparire dai banconi dei bar di tutta l’Unione Europea.Il regolamento sugli imballaggi presentato oggi dalla Commissione Europea, infatti, sono espressamente vietati gli imballaggi monouso anche per lo zucchero nel settore Horeca (hotellerie-restaurant-café).

E’ proposto nella proposta di regolamento di mettere al bando “bustine, tubetti, vassoi e scatole”. Saranno proibiti, se la proposta non sarà modificata in sede di discussione, “imballaggi monouso nel settore Horeca, contenenti singole porzioni o porzioni.

Utilizzati per condimenti, conserve, salse (come il ketchup), creme per il caffè, zucchero e condimenti, ad eccezione di tali imballaggi forniti insieme ad alimenti pronti da asporto destinati al consumo immediato senza necessità di ogni ulteriore preparazione“.

Di conseguenza, se la proposta passerà così com’è, la bustina di zucchero diventerà solo un ricordo che con il tempo sbiadirà sempre più. Si metterà così fine in Europa, per tornare probabilmente alle tradizionali e più ecologiche zuccheriere, ad un oggetto che ha circa un secolo di storia.

E che paradossalmente era stato a sua volta messo al bando in tempi abbastanza recenti per i suoi problemi igienico-sanitari.

Addio alla bustina di zucchero

L’invenzione della bustina di zucchero è controversa: alcuni la fanno risalire addirittura al 1862 a Philadelphia; altri la ascrivono a due parigini, Loic de Combourg e Francois de la Tourrasse, che avrebbero inventato la “sucre-pochette” nel 1908.

Altri ancora la attribuiscono al newyorkese Benjamin Eisenstadt, classe 1906, di professione inventore e imprenditore, morto nel 1996. Aveva un caffé a Brooklyn, poi passò a fabbricare bustine di té: per ampliare il giro d’affari, propose ai grandi produttori di zucchero di confezionarlo in piccole bustine da pochi grammi.

Dato che non aveva ottenuto un brevetto, gli zuccherieri gli rubarono l’idea, senza dargli un soldo. Eisenstadt non si perse d’animo e nel 1957 inventò la saccarina in polvere.

Ora una delle sue invenzioni più fortunate finirà fuori mercato nel Vecchio Continente, dove ha riscosso grande successo. Per la disperazione degli appassionati di glicofilia, i collezionisti di bustine di zucchero. Se ne vedete uno, abbracciatelo.Ver