Viva il 25 Aprile e Viva l’Italia che resiste

Redazione
Viva il 25 Aprile e Viva l’Italia che resiste
Viva il 25 Aprile e Viva l'Italia che resiste

Viva il 25 Aprile e Viva l’Italia che resiste. L’odore della libertà è quello di una saponetta americana e dell’insetticida, usata per spidocchiare i soldati, tornati dall’orrore. Ma anche del dopobarda alla menta che usavano i Paisà e di acqua di colonia da poche lire.

I sapori della libertà sono tanti. La libertà sa di carne in scatola, di pane bianco, di gomma americana e cioccolata. Finalmente si mangia. E, finalmente, ci sono  caffè  e zucchero, il surrogato era peggio di qualsiasi ciofeca.

La libertà vuol dire anche sigarette, con l’inconfondibile aroma di una camel senza filtro. Una piccola scena di grande film come La notte di San Lorenzo dei fratelli Taviani fotografa quella piccola rivoluzione per gli italiani. Da una jeep americana, un soldato lancia una sigaretta dopo aver fatto qualche tiro. La raccoglie Galvano, interpretato da Omero Antonutti, fa un tiro, un solo tiro ed ha bisogno di sedersi.

Anche i colori della libertà sono tanti ma il rosso predomina dopo tanto nero. Il suono della libertà,per le nostre contrade,  è quello di Radio Napoli, quella che il 25 aprile del 1945 continua a ripetere che la guerra è finita, la guerra è finita. La voce di quell’annuncio è di Corrado Mantoni che anni dopo sarebbe divenuto un volto noto sopratutto per La Corrida.  Quel 25 aprile fu chiaro e lapidario: ” interrompiamo le trasmissioni per comunicarvi una notizia straordinaria.Le forze tedesche si sono arrese agli angloamericani. La guerra è finita! Ripeto, la guerra è finita!

In Valle Caudina la guerra finisce prima.

L’avanzata anglo americana risparmia alla nostra gente la ferocia della guerra partigiana. La risparmia agli anziani, alle donne e ai bambini, ma non agli uomini. Loro sono in divisa nei vari fronti che la follia del nazifascismo ha aperto in Europa. Tanti non torneranno. In molti dopo l’Otto Settembre del 1943 non hanno accettato di combattere con i nazisti e sono stati internati nei durissimi campi di lavoro in Germania.

Altri sono saliti in montagna e li chiamano partigiani. Pochi decidono di indossare la lugubre divisa di Salò.Si potrà discutere all’infinito ma chi decide di combattere con i partigiani, decide di battersi per la libertà. Libertà che quei ragazzi nati nei primi anni venti del secolo scorso non sapevano neanche cosa fosse.

Decidono di combattere per la libertà contro l’orrore ed il terrore. E, cosa ancora più rivoluzionaria, decidono di combattere per la libertà anche di quegli imbecilli che oggi odiano il 25 aprile, odiano la resistenza e nutrono simpatie per un passato che si guardano bene dallo studiare.

Studiandolo scoprirebbero che in montagna non salirono solo i comunisti, salirono tutti coloro che volevano liberare il nostro paese. Salirono ragazzi e ragazze, salì la meglio gioventù. In tanti perirono in quella lotta e per quella meravigliosa idea che si chiama libertà. Gli altri scesero dalle montagne per costruire un paese migliore, un paese solidale e giusto, un paese in cui tutti potevano esprimere le proprie idee.

Il 25 aprile oggi serve a rendere onore a chi, mettendo a repentaglio la propria vita, scelse di  battersi per la libertà. Per cacciare dall’inferno che le aveva vomitate le camice nere e le camice brune con il loro corredo di morte.  C’è un solo 25 Aprile ed è un 25 aprile antifascista e antinazista. Viva il 25 aprile, viva la libertà, viva l’Itala, l’Italia che resiste.

                                                                                                                                                                                                            Peppino Vaccariello