Cervinara: gli insegnamenti di don Milani e la signora Maria Iannotta

Redazione
Cervinara: gli insegnamenti di don Milani e la signora Maria Iannotta
Cervinara: gli insegnamenti di don Milani e la signora Maria Iannotta

Cervinara: gli insegnamenti di don Milani e la signora Maria Iannotta. E’ bella. Di quella bellezza che gli anni accarezzano con dolcezza. La incontro quando, di sera, si reca in chiesa, nella nostra chiesa di Sant’Adiutore Vescovo, a pregare il Signore.

L’appuntamento in chiesa

Appena odo il rintocco della campane già so che lei a minuti spunterà da via Cappella Salomoni per quello che è un appuntamento fisso. E’ stata sempre animata da una fede incrollabile, fortificata anche dalla circostanza di essere la sorella di un sacerdote. Mi piace incontrarla, anche se solo per pochi minuti, per farmi avvolgere da quel suo sorriso sincero che è dolce come una carezza.

Oggi, mentre leggevo ricordi e testimonianze per il centenario della nascita di don Lorenzo Milani, mi è tornata prepotentemente in mente perché lei ha dedicato tutta la sua vita a mettere in pratica gli insegnamenti del Priore di Barbiana.

Lei si chiama Maria Iannotta è di Sant’Agata dei Goti ma per amore si è trasferita ed ha vissuto a Cervinara per tutta la vita. Lei è la mia insegnante dei cinque anni di scuola elementare. Ad ottobre saranno cinquanta anni, ben mezzo secolo, che con lei iniziai un percorso di conoscenza.

Certo, qualcuno potrà obiettare che tutti noi tendiamo ad idealizzare il tempo ed i maestri del passato. Ma scrivo questo articolo in prima persona non perché attanagliato da sentimenti nostalgici o da un sincero affetto per la signora Maria Iannotta. All’epoca le maestre le chiamavano così, signora.

Scrivo perché mi ricordo bene la mia prima elementare nell’anno scolastico 1973/1974. Ricordo bene i bambini ragazzi della mia classe. Eravamo tantissimi, forse una trentina, ed avevamo solo lei come insegnante, un’insegnante giovane ma già autorevole e soprattutto dolce.

Eravamo i bambini del plesso Pirozza e le classi erano ospitate nel palazzo Cioffi. Non c’era riscaldamento, solo una stufa a kerosene per rendere meno duri i morsi dell’inverno. Anche i banchi sembravano provenire da un’altra epoca.

Quella era ancora una Cervinara povera, contadina e emigrante. Io ero tra i pochi fortunati. A casa avevo mamma e papà. Molti dei miei compagni, invece, vivevano con i nonni o solo con la mamma perché i genitori lavoravano o al Nord Italia o all’estero. E quelli che lavoravano all’estero vedevano i figli una sola volta l’anno.

In quelle situazioni l’abbandono scolastico era all’ordine del giorno. Spesso un banco si svuotava perché il nostro compagno era andato a lavorare, già a quella tenera età.

L’insegnamento a condividere

Di quella classe, però, pochi abbandonarono la scuola perché c’era lei. La signora Maria Iannotta ci ha insegnato a leggere, a scrivere, a far di conto, ci ha insegnato a disegnare, perché aveva uno straordinario talento nel disegno. Ma ci ha insegnato soprattutto a condividere.

Ci chiamava tutti con il nome di battesimo, ancora oggi mi chiedo come facesse a ricordare tutti quei nomi. Non c’era nessuno più bravo di un altro e chi poteva doveva aiutare il suo compagno. Su questo non ci potevano essere discussioni. “Tu sai leggere meglio? Ed allora aiuta il tuo compagno di banco. Sei bravo con le divisioni? Spiegale agli altri”.

Io avevo l’enciclopedia a casa, all’epoca internet e tutte le altre diavolerie non c’erano. Per tanti pomeriggi, alcuni miei compagni venivano da me per le famose ricerche. Anche la merenda della ricreazione ci faceva condividere.

Davanti ai suoi occhi eravamo davvero tutti uguali. Non c’era il figlio o il nipote di tal dei tali. C’erano Peppino, Raffaele, Luca, Antonio, Pietro, Franco, Maria, Annamaria, Gaetana, Filomena. Marinella e così via.  Anche se ognuno di noi sperava nel suo cuore di essere il preferito.

Il giorno dopo della nostra prima comunione ad ognuno fece trovare un regalo sul banco. In un pacchetto variopinto c’erano colori a tempera ed album per i disegni. A tutti lo stesso regalo e mai noi o i nostri genitori hanno fatto regali a lei.

Nessuno restò indietro

Ci ha portati per mano all’esame di seconda elementare, all’epoca c’era anche questo appuntamento e all’esame di quinta. Eravamo tutti pronti per le scuole medie, eravamo pronti ad iniziare a diventare uomini e donne.

Mentre lei lasciava noi per un altro ciclo e prendeva per mano un’altra generazione. Con la “signora” Maria Iannotta nessuno restò indietro.  E sono convinto che quando oggi prega il Signore nella nostra chiesa, gli raccomanda di continuare a prendersi cura di tutti noi.

Questo articolo è dedicato a tutti quegli insegnanti, che giorno dopo giorno, si sono presi cura e si prendono cura dei loro allievi ed, anche se tra mille difficoltà, fanno in modo che nessuno resti indietro mentre questa Italia diventa sempre più classista.

                                                                                                                                                                                                                                                               Peppino Vaccariello