Cervinara: La Chiave di Milot sui canali vaticani

Redazione
Cervinara: La Chiave di Milot sui canali vaticani

Gentile Direttore,
oggi si è conclusa la visita dell’inviato della TV del Vaticano, il dott. Stefano Girotti, che è stato incaricato di svolgere un servizio televisivo speciale sulla vicenda umana e professionale interessante un allora “immigrato clandestino” Albanese, Alfred Mirashi.
La visita del dott. Girotti, noto giornalista e scrittore (appena un mese fa è stato edito un corposo libro scritto da lui e da un altro notissimo giornalista, Giancarlo Mazzucca, Consigliere di Amministrazione della RAI, intitolato “Noi Fratelli”, con la prefazione di Sua Santità Papa Francesco, dove si ripercorre in chiave costruttiva l’opera del Papa per riavvicinare le Religioni, operando il percorso dalla nascita dell’Islam e delle sue interconnessioni con la Religione Cattolica), si è incentrata soprattutto con il mettere in evidenza lo spirito di accoglienza della nostra Comunità.
Come già ho anticipato in un “post” su facebook, che il Suo giornale benevolmente ha ripreso sulle news puntualmente pubblicate sul sito de “Il Caudino”, la visita del giornalista e della troupe televisiva è stata inaspettata, comunicatami mentre ero a Piacenza da mio figlio e la sua famiglia appena quattro giorni prima. Il tempo di tornare a Cervinara, organizzare l’accoglienza degli ospiti ed informare le Istituzioni locali, com’è doveroso quando c’è un evento di sì grande importanza; la presenza, infatti, della TV Vaticana, i cui servizi sono trasmessi in tutto il mondo, non è un evento usuale, soprattutto per una “piccola” Comunità, come la nostra.
Avvisai subito l’artista Alfred Mirashi, (oggi Milot, più comunemente, per aver preso “a prestito” il nome della sua cittadina d’origine), che per fortuna era nella sua casa di Firenze e non in giro per il mondo, il quale è venuto subito nel “suo” Paese, essendo anche “cittadino onorario” di Cervinara.
Giovedì 21 giugno nel pomeriggio ho ricevuto, assieme a mio fratello, a mia moglie e mia cognata Italia, che Milot chiama “mamma” per quello che nella sua vita giovanile ha rappresentato per lui, tutto lo staff della TV Vaticana, con il giornalista Girotti, la sua compagna, gli operatori della troupe. Appena il tempo di rinfrescarsi dal lungo viaggio, ed alle 17,00 siamo stati ricevuti dal Sindaco Filuccio Tancredi, la sua Giunta ed altri Amici, per poi fare anche una visita al Suo giornale “Il Caudino”. Di corsa, poi, alla rotonda dov’è posta la Chiave, per le riprese suggestive con il colore del tramonto, e per illustrare il significato di quell’opera, che Milot ha voluto donare al paese che per tanti anni l’aveva ospitato, senza condizionamenti razzistici, oggi, ahimè, all’ordine del giorno nella nostra Nazione.
Il dott. Girotti è rimasto così benevolmente impressionato dall’accoglienza ricevuta e dalla stessa storia di Milot, che è voluto rimanere anche venerdì a Cervinara, ospite della nostra famiglia. Con la troupe siamo andati a visitare l’officina del sig. Liberato Zurlo, dove è stata realizzata la chiave, e, poi, al Santuario di Cervinara, alla Chiesa di Ferrari, dove ci ha accolti con estrema cortesia mons. Alfonso Lapati, che ha illustrato le reliquie religiose di Santi e Beati, custoditi nella cattedrale, tra cui quella di San Gennaro. Di ritorno a casa, dopo questo lungo “excursus”, una cena preparata da mia moglie per gli ospiti e gli Amici che ci avevano spontaneamente accompagnati.
Sabato, Stefano Girotti ha voluto visitare anche il Museo del Sannio a Benevento, sempre con riprese televisive ed interviste anche alla Curia Vescovile.
Tutti a Cervinara conoscono la vicenda di Milot: approdato nella nostra Nazione, dopo la caduta dell’ultimo regime comunista rimasto in Europa, in Albania: capita a Cervinara, senza alcuna assistenza; viene accolto nell’officina di un artigiano del luogo, Felice Ferraro, che lo fa lavorare nella sua falegnameria, dandogli così la possibilità di essere autosufficiente.
Si scopre ben presto che il giovane è in realtà un artista e va a completare i suoi studi all’accademia di Brera. Frequenta anche la nostra casa, e, profittando della circostanza di essere io Assessore al Comune di Napoli ed anche Consigliere Regionale, chiedo all’allora Sindaca Jervolino di far esporre le sue opere al Maschio Angioino, cosa che avvenne. Fu un successo straordinario, che, credo, abbia influito sul definitivo “decollo” di Milot, oggi artista affermato in tutto il mondo.
Nel mese di novembre dell’anno scorso mi giunge una telefonata di Milot che mi annuncia la sua venuta a Cervinara, perché sta realizzando per la cittadina un’opera colossale in materiale speciale detto “corten” riproducente una chiave alta circa 20 metri, da collocare in una rotonda all’ingresso del paese. La realizzazione è stata possibile grazie all’iniziativa del giornalista Peppino Vaccariello, e al fattivo contributo dell’Assessorato alla Cultura di Cervinara, che ha inserito l’evento in un progetto finanziato dalla Regione Campania, denominato “Cervinarte”.
Fu così che ci siamo incontrati di nuovo, e, sempre per la felice combinazione di svolgere ancora un’attività istituzionale a Napoli, abbiamo promosso vari incontri tra il Comune di Napoli e Milot, dove in autunno ci sarà un’altra importante realizzazione da installare nella capitale del Sud.
Mi sono prodigato, ed ancora mi prodigo, per far conoscere ai “media”, fuori dai confini della stessa importante Comunità della Valle Caudina, Milot e la sua vicenda, perché, oltre alla fraterna amicizia che legò la mia famiglia d’origine sin dal primo momento (ricordo i discorsi anche con il mio saggio papà, sulla storia dell’Albania), credo che il suo esempio sia emblematico di come una vera integrazione tra i Popoli genera solidarietà, amicizia, amore. Del resto, a tutti quelli (e sono la maggioranza, ahimè), che storcono il naso quando incrociano uno di razza diversa, oggi soprattutto se negro, dico semplicemente: “se non credi in Dio, credi almeno alla genesi dell’umanità: i tuoi progenitori erano come quello, e nelle sue vene scorre lo stesso sangue: rosso per tutti, non nero, o bianco”!

Generale Francesco Bianco”