Cervinara: un omicidio e le mancate risposte della comunità

Redazione
Cervinara: un omicidio e le mancate risposte della comunità
Cervinara: un omicidio e le mancate risposte della comunità

Cervinara: un omicidio e le mancate risposte della comunità. Quanto vale una vita umana a Cervinara nel febbraio del 2022?  Vale una discussione, anche se accesa? Si può morire per qualche parola in più? E che rispetto ha una giovane morte in una comunità dove si conoscono tutti?

Zero su zero

Zero, una vita umana nel febbraio del 2022, a Cervinara ed in Valle Caudina, vale zero, vale il resto di niente. Qualche parola in più, una discussione accesa può condurti di filato alla morte.

Il seme della violenza ha attecchito benissimo a Cervinara ed in Valle Caudina ed ora è arrivato il momento di raccogliere i frutti, frutti maledetti, i frutti di Caino.

Nicola Zeppetelli era il titolare di un circolo ricreativo. Un circolo non è un bar o un locale, questo lo sanno tutti, ma come tale veniva percepito a Joffredo ed nel resto di Cervinara. Ebbene, nessun locale o bar  di Cervinara ieri sera ha sentito la necessità di dare un segnale di vicinanza.

Era sabato ieri, serata di movida, di grandi incassi. Sarebbe stato bello che per soli cinque minuti qualcuno avesse sentito il bisogno di spegnere le luci e smorzare la musica. Invece, niente o meglio il resto di niente.

Stesso discorso vale anche per le associazioni del territorio. Questa mattina solo ALeS ci ha contattato per esprimere la preoccupazione forte per quello che sta avvenendo.

Da tutte le altre, invece, non registriamo che silenzio. Chi non sta zitta e fa benissimo, invece, è  il sindaco di Cervinara, l’avvocato Caterina Lengua. Da ieri pomeriggio, da quando si è recata a Joffredo non smette di preoccuparsi per questa situazione.

Il Caudino non ha lesinato mai critiche al suo operato. In questo caso dobbiamo prendere atto di un impegno sincero e della sua grande preoccupazione.

Patto tra istituzioni  famiglie

Il sindaco è veramente impaurito perché questo omicidio coinvolge  persone giovanissime. Per arginare questa deriva violenta, per far terminare la diffusione dei frutti di Caino, Caterina Lengua propone un patto tra istituzioni e famiglie.

Le famiglie, secondo l’avvocato Lengua, devono smettere di far finta di non vedere quello che avviene tra i loro figli. Non si può più chiudere un occhio sul consumo di droga perché quel consumo alimenta un mercato e quel mercato è foriero di azioni violente.

L’unica voce

Al momento quella di Caterina Lengua è l’unica voce che si sta levando in questo deserto morale che sta diventando Cervinara. Ci ribelliamo profondamente alla logica dello strutto e chiediamo soluzioni concrete a partire da domattina quando arriverà il prefetto di Avellino.

P. V.