Coronavirus: allarme rosso al Moscati di Avellino, 8 dipendenti contagiati

Redazione
Coronavirus: allarme rosso al Moscati di Avellino, 8 dipendenti contagiati
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Dopo due giornate a contagio zero, nella tarda serata di ieri, l’Asl Avellino, nel consueto computo dei contagiati, ha comunicato la positività di sette persone.

Purtroppo, si tratta di operatori in servizio presso l’azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino, In realtà, si tratta di otto contagiati, in quanto uno è della provincia di Caserta.

Sono operatori in servizio presso le unità di malattie infettive, oculistica, medicina d’urgenza, quindi, anche al pronto soccorso, ortopedia, cardiochirurgia e geriatria.

Tanti i reparti coinvolti, tanto da far scattare l’allarme rosso alla Città Ospedaliera di Avellino, baluardo provinciale contro il Covid- 19. Ricordiamo che, da qualche giorno, tutti i pazienti affetti da questa patologia vengono curati nella palazzina Alpi, diventata una sorta di Covid Hospital.

Sono scattate immediatamente le ricostruzioni per capire come possano essere stati contagiati. E’ inutile nascondere che le preoccupazioni dei vertici dell’azienda, dei colleghi di queste persone e tra gli stessi pazienti.

La paura che possa accendersi un nuovo focolaio è davvero molto alta. Del resto, purtroppo, circa due mesi fa era avvenuta la stessa cosa anche al pronto soccorso di Ariano Irpino.

Ricordiamo che, al momento, sono ben 46 gli operatori sanitari della provincia di Avellino che sono stati contagiati dal Covid- 19. Complessivamente, in tutto il territorio irpino, i contagiati sono 430 mentre i decessi, con la morte ieri di una signora di 90 anni, sono saliti a quota 50.

I numeri fanno capire bene che è necessario non abbassare la guardia. Basta poco, infatti, per innescare nuovi focolai.

Otto contagiati in una sola giornata, in un luogo come l’ospedale Moscati, sono significativi e preoccupanti. Giustamente, le organizzazioni sindacali chiedono maggiori protezioni per tutto il personale ospedaliero, richiesta che arriva un poco da tutta Italia.

Medici, infermieri ed osa devono essere i primi ad essere protetti perché sono in prima linea.