Coronavirus: le ore drammatiche di due caudini che vivono a Cremona

Redazione
Coronavirus: le ore drammatiche di due caudini che vivono a Cremona

La preoccupazione per il Coronavirus investe anche la Valle Caudina.

Paura per il contagio e tanta, tanta apprensione per i caudini, sono tantissimi, che vivono e lavorano in Lombardia.

Per capire quello che sta succedendo, Il Caudino ha contattato una coppia che vive a Cremona. La città si trova a poca distanza da Codogno, uno dei due paesi in quarantena e, proprio a Cremona, ci sono due casi accertati di Coronavirus.

Il sindaco ha disposto la chiusura di scuole, università ed altri luoghi pubblici, almeno per due settimane.
I festeggiamenti per il Carnevale sono stati tutti annullati.

Per lunedì potrebbero chiudere anche gli uffici pubblici e quello che sperano i nostri due amici, marito e moglie, che lavorano proprio per due distinte amministrazioni pubbliche.

Li abbiamo contattati telefonicamente per chiedere come stanno vivendo  queste ore drammatiche.

La telefonata arriva mentre si trovano in auto. Sono usciti per pochi minuti per recarsi in farmacia. Da questa mattina non mettevano piede fuori dal loro appartamento ma sono dovuti per forza uscire, per fare provviste e prendere delle medicine.

Ci descrivano una città spettrale, con pochissime persone per strada. Porte e finestre sbarrate e la gente non ha voglia di parlare.

Sono tutti attenti a rispettare i consigli che vengono diramati a tambur battente per evitare il contagio.

Il timore forte, però, è che possa esserci già stato e che sia stato sottovalutato il problema.

Se non ci sono disposizioni diverse, loro lunedì mattina devono andare a lavoro e, già da giorni, stanno molto attenti a rispettare le varie procedure. Sperano, però, che possa arrivare anche la chiusura degli uffici proprio per difendersi meglio.
Proprio per questo, oggi si sono azzardati ad uscire. Fanno provviste così da poter affrontare quello che potrebbe essere un lungo periodo tra le mura domestiche.

Al telefono con noi, sono tranquilli ma non nascondo le preoccupazione. Si trovano nell’occhio del ciclone e non sanno cosa potrà riservare loro il futuro.
A noi vengono i brividi e pensiamo alla paura che stanno vivendo queste persone all’apprensione dei loro cari.

Sembra un romanzo di fantascienza, un disaster movie, ma, purtroppo, è la realtà di oggi, sabato 22 febbraio 2020.