Coronavirus: proclami e parole mentre gli operai caudini aspettano la cassa integrazione

1 Maggio 2020

Coronavirus: proclami e parole mentre gli operai caudini aspettano la cassa integrazione

Come governo stiamo facendo tutto il possibile per quei cittadini che vogliono ripartire dopo che hanno dovuto interrompere, seppur temporaneamente, la loro attività” a causa dell’emergenza coronavirus.

Lo afferma la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo, in un video su Facebook per il Primo maggio, ricordando alcuni numeri. “Come prima risposta all’emergenza abbiamo garantito un sostegno a circa 19 milioni di persone. Lo abbiamo fatto stanziando 10 miliardi di euro dei 25 totali del decreto Cura Italia, solo per il capitolo lavoro.

------------

Nel nuovo decreto che verrà approvato nei prossimi giorni, le risorse stanziate saranno più che raddoppiate – sottolinea – per sostenere negozianti, commercianti, dipendenti, ma anche colf e badanti: tutte le categorie di lavoratori che ne hanno bisogno”.

Catalfo rimarca, tra l’altro, che nel nuovo decreto sono previsti finanziamenti a fondo perduto per le piccole imprese e che gli ammortizzatori sociali saranno rifinanziati ed estesi “per altre nove settimane” oltre al Reddito di emergenza che “per alcuni mesi.

Sin qui le parole del ministro, a fronte di tutto questo, però, bisogna segnalare che in Campania ed in Valle Caudina, agli operai ancora non è arrivato un euro di cassa integrazione. Penalizzati soprattutto quelli che lavorano nelle piccole imprese artigiane, ai quali era stata assicurata la cassa integrazione.

Oramai queste persone sono circa due mesi che non possono svolgere neanche una giornata di lavoro, ed a fronte di ciò non hanno intascato neanche un euro. Da giorni, il governo ripete che questi soldi sono in arrivo, ma le chiacchiere stanno a zero.

Manovali, imbianchini, operai edili sono senza reddito e chi conosce la nostra realtà, sa bene che l’osso delle popolazione della Valle Caudina è composta da queste maestranze. Gente per bene, gente che è abituata al sudore e alla fatica, con una grandissima dignità. Sarebbe ora che terminassero gli inutili proclami e si facesse qualcosa di concreto. Ricordarsi di queste persone sarebbe stato il modo migliore per onorare il Primo Maggio.

Continua la lettura