Montesarchio: folla per il ritorno del Vaso di Assteas

Il Caudino
Montesarchio: folla per il ritorno del Vaso di Assteas
Gente in fila per entrare alla mostra

Le inferriate della Torre di Montesarchio si riaprono per accogliere la folla di curiosi e appassionati accorsi a dare il benvenuto al vaso di Assteas, un attesissimo arrivo capace di entusiasmare e mobilitare l’intera comunità caudina. Il sindaco di Montesarchio Franco Damiano e Carmine Valentino sindaco di Sant’Agata De Goti – custode del cratere prima del suo arrivo definitivo a Montesarchio – la direttrice del Museo Archeologico del Sannio Caudino Luigina Tomay, la Responsabile della rete museale campana Mariella Utili, la Sopraintendente Archeologica della Campania Adele Campanelli, Claudio Ricci presidente della Provincia di Benevento e ancora l’Onorevole Umberto De Bassi De Caro Sottosegretario alle infrastrutture, inaugurano A casa d’Europa, la mostra permanente allestita all’interno della rocca aragonese, stupenda cornice pensata per accogliere e svelare i segreti e le bellezze del cratere raffigurante il celebre ratto d’Europa.
In linea con le scelte museografiche della mostra Rosso Immaginario ospitata nel castello retrostante, quella che un tempo rappresentava la crudele prigione borbonica, come attestato dalla lapide affissa in onore del patriota napoletano Carlo Poerio al suo ingresso, diviene oggi «simbolo di libertà» dichiara il sindaco Damiano «faro del popolo di Montesarchio e da oggi del Sannio e dell’intero territorio nazionale».
Il vaso, protagonista assoluto della mostra, è reperto unico nel suo genere, per la data della sua fabbricazione – V secolo a.C. – per lo stato di conservazione, la storia legata al suo ritrovamento e recupero, ma soprattutto, sottolinea la Tomay «per il valore simbolico ad esso legato, racchiuso nell’affascinante e coinvolgente storia del ratto d’Europa». E fascino e coinvolgimento sono alla base del pensiero allestitivo, opera ricordiamo di Francesco Capotorto. Le pareti in pietra viva del Taburno, passaggi e corridoi angusti avvolgono il visitatore, stregato al pensiero del suo passato, incuriosito alla scoperta del suo presente. Proiezioni, ologrammi, “mini-videomapping” si confermano la chiave del successo della mostra, tecniche innovative e capaci di catturare e stupire piacevolmente chi osserva.
Quasi in un ironico gioco tematico, dopo essere stato sottratto illecitamente al patrimonio caudino e italiano, il reperto riscopre la sua terra e le sue origini: il “ratto” e il ritorno a “casa”.
In questi ultimi mesi abbiamo imparato a conoscere la storia del vaso: il suo pellegrinare, il valore economico ma soprattutto la valenza culturale e artistica della sua raffigurazione. Eppure tutte le immagini, le interpretazioni, gli studi e le parole su Assteas si annullano alla sua vista.
E se nei momenti di crisi economica l’arte e la cultura sono additati come beni rinunciabili e “sacrificabili”, la riscoperta della Torre, il prestigio di Assteas, le prospettive attrattivo-turistiche per il territorio caudino sono conferma che proprio nei momenti di crisi arte e cultura si attestano quali elementi di crescita economica, appartenenza, identità e coesione sociale.
Location suggestiva, atmosfera soffusa, luci puntate e via: Assteas in mostra A casa d’Europa.

Rita Valente