Museo Arcos, al via la mostra di Giuseppe Rescigno

Il Caudino
Museo Arcos, al via la mostra di Giuseppe Rescigno

Venerdì 11 agosto 2017 alle 11.00, presso il museo ARCOS di Benevento, sarà inaugurata la mostra di Giuseppe Rescigno dal titolo “Luoghi dell’identità”. Lo comunica Claudio Ricci, Presidente della Provincia che annovera Arcos tra i beni del proprio patrimonio museale.
Promossa d’intesa con il Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi, la mostra dell’artista potentino è curata da Massimo Bignardi e da Ferdinando Creta.
L’esposizione propone un’ampia selezione di opere, realizzate dall’artista negli ultimi quattro anni, in gran parte, dedicate al tema degli “archivi” come spazi immaginativi del rapporto con la natura e con l’urbano.
Rescigno tratta sovente questo tema, che è evidentemente congeniale alla sua ispirazione poetica. Attivo fin dagli anni Settanta, l’artista rivolge la sua attenzione al territorio assunto quale “luogo” poetico del sociale urbano: una scelta di campo che trova piena realizzazione e condivisione nelle azioni di riappropriazione urbana programmate dal Gruppo Salerno75. Questa corrente artistica, nata proprio nel 1975 all’indomani della X Quadriennale d’arte di Roma, impegnata nel fondere l’impegno ambientale ed rispetto della la natura con la forza creatrice della fantasia e dell’immaginifico, punta a cogliere una concreta semiologia urbana sociale come sostiene Enrico Crispolti. La prima uscita del Gruppo trova piena affermazione con gli interventi realizzati nell’ambito del Padiglione italiano della Biennale di Venezia nel 1976. Da allora Rescigno ha sempre seguito con coerenza questa strada. La Mostra dedicata a lui dedicata ad Arcos Rescigno – afferma Ferdinando Creta – «ha il carattere di un’antologica: presenta, infatti per la prima volta in area sannita, l’opera di un significativo interprete della stagione dell’impegno che ha caratterizzato il decennio Settanta. ARCOS riprende così il dialogo con i protagonisti della scena artistica italiana contemporanea; di una storia lasciata da poco alle nostre spalle ma che ancora oggi fa registrare la sua forte presenza nel dibattito storico-critico». Un impegno quello di Rescigno, testimoniato  dalle sue presenze a grandi manifestazioni quali, oltre alla citata Biennale di Venezia, la Quadriennale d’arte di Roma e la Triennale di Milano, nonché a rassegne internazionali, prime fra tutte le edizioni di “Livres d’art et d’artistes” ospitate a Parigi e a Barcellona.
«Nel corso di questi ultimi cinque anni – scrive Massimo Bignardi – prendono avvio lavori nei quali l’attenzione di Rescigno torna a spostarsi, con marcato interesse, verso la natura, la sua immaginifica  architettura, assunta quale costruzione di un processo che si rinnova ciclicamente. Nascono opere quali Herbarius, De rerum natura, nelle quali l’artista mette in campo sia l’abilità di una manualità che gli consente di gestire più materie e tecniche, dalla terracotta al legno, alla pittura, sia la forte sollecitazione immaginativa che recupera dagli esercizi didattici di riappropriazione del territorio (del proprio habitat) dei primi anni Settanta. Immaginazione ludica che attraverso il gioco diviene modalità di processi di rinnovata conoscenza; in sostanza riparte da quanto Balla e Depero affermano nella chiusa del Manifesto della Ricostruzione futurista dell’universo, del 1915. Rescigno costruisce una stretta trama narrativa che è propria di una certa pittura oggettuale, per far sì che la composizione non scada in un bricolage, insomma evita che l’occhio sosti sul piacevole controllo delle pratiche, dei materiali, degli effetti, finanche sul dettato del colore.  Il suo colore non mira a nominare una forma, il verde della foglia, il blu delle onde e così via, bensì richiama una cognizione di spazio, una particolare atmosfera, ossia un preciso rapporto d’identità con l’habitat. È un colore che riassume quanto prefigurato da Gustave Moreau all’artista moderno: “Il colore deve essere pensato, sognato, immaginato”».
La mostra resterà aperta fino al 30 settembre