Omicidio Zeppetelli, trovata anche la pistola

20 Febbraio 2022

Omicidio Zeppetelli, trovata anche la pistola

Omicidio Zeppetelli, trovata anche la pistola. Il maggiore Pizza, comandante del nucleo operativo di Avellino, i marescialli Carlo Toscano e Franco Rianna, rispettivamente alla guida delle stazioni si Cervinara e San Martino, con tutti i loro uomini, non si sono fermati un attimo in queste 24 ore.

Ora che hanno assicurato alla giustizia i presunti autori dell’omicidio possono tirare un sospiro di sollievo. I tre hanno trovato un valido alleato nel tenente Di Donato della compagnia di Maddaloni.

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Verso gli interrogatori di garanzia

I due presunti responsabili dell’uccisione di Nicola Zeppetelli si trovano ora presso il comando compagnia di Maddaloni e vengono sottoposti agli accertamenti di rito. Poi verranno assicurati a due celle della casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere dove dovranno attendere gli interrogatori di garanzia. Compariranno davanti al Gip tra martedì e mercoledì.

I carabinieri  hanno fatto irruzione in un palazzo di via Caudarola, nei pressi del campo sportivo. La strada è stata blindata da questo imponente spiegamento di forze dell’ordine. Ai carabinieri di Arienzo era arrivata una segnalazione sulla presenza di questi soggetti in Arienzo. E così dalla mattinata c’è stato un servizio di osservazione che poi ha portato al blitz,

Sono stati esplosi anche otto colpi di pistola  perché i due hanno tentato la fuga da un muretto, verso un altro palazzo, ma si sono trovati circondati dallo spiegamento di forze notevole messo in campo e così sono stati beccati. Non hanno potuto fare altro che arrendersi .

Il ritrovamento della pistola

Oltre agli arresti bisogna segnalare un fatto veramente importante. I carabinieri hanno trovato nel palazzo di via Caudorola una pistola di piccolo calibro che, probabilmente, i due presunti assassini avevano occultato.

Oltre alle immagini, quindi, ora nella mani dei magistrati e degli investigatori c’è anche l’arma del delitto. Il quadro, quindi, si può considerare chiuso anche se resta la ferita più grande, la morte di un ragazzo di 40 anni padre, compagno e figlio.

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