Rubano i dati delle carte di credito, poi svuotano i conti ai bancomat
Rubano i dati delle carte di credito, poi svuotano i conti ai bancomat. Dalle prime luci di questa mattina è in corso una maxi operazione, nel Napoletano, contro il phishing bancario.L’operazione vede impegnati sul campo agenti della Polizia Postale di Napoli, del commissariato della Polizia di Stato di Torre del Greco e della Sezione di Polizia Giudiziaria del Tribunale di Torre Annunziata.
Sono sette le persone raggiunte da una ordinanza di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. del Tribunale di Torre Annunziata. Gli indagati, hanno rivelato le indagini, erano dediti, come detto, al phishing bancario.
Sottraevano, cioè, ad ignari clienti degli istituti di credito dati sensibili, con i quali erano poi in grado di svuotare i conti correnti, prelevando denaro presso gli sportelli ATM. Le operazioni delle forze dell’ordine sono ancora in corso.
Ce cos’è il phishing bancario
Ma che cosa si intende per phishing bancario? Si tratta, ovviamente, di una truffa, nella quale, solitamente, un hacker invia al malcapitato una e-mail oppure un sms, molto simili a quelli inviati dagli istituti di credito, nei quali lo si invita ad accedere al proprio account bancario.
In questo modo, i malviventi riescono ad acquisire tutti i dati sensibili del cliente – ignaro e convinto di avere un dialogo con la propria banca – tramite i quali riescono a sottrarre dai conti correnti grosse somme di denaro.
Minacce a Saviano e Capacchione, condannato boss Casalesi
Dopo la lettura della sentenza ha abbracciato il suo legale, commosso. A 13 anni di distanza da quel proclama di odio e minaccia, lo scrittore Roberto Saviano ha visto condannati gli autori di quella iniziativa che, di fatto, portò all’innalzamento della scorta a cui è sottoposto ancora oggi.
Un proclama criminale che prendeva di mira anche la giornalista Rosaria Capacchione. I giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Roma hanno inflitto due condanne, riconoscendo l’aggravante del metodo mafioso al reato di minaccia.
Dopo una camera di consiglio di circa due ore, i giudici hanno condannato ad un anno e sei mesi il boss dei Casalesi, Francesco Bidognetti (detenuto in regime di carcere duro) e ad un anno e due mesi il suo difensore, l’avvocato Michele Santonastaso.
I giudici hanno, invece, assolto con la formula ‘per non avere commesso il fatto’ il terzo imputato, l’avvocato Carmine D’Aniello; difensore dell’altro storico boss del gruppo criminale casertano, Antonio Iovine. “Questa sentenza dimostra che in clan non sono invincibili”, ha commentato dopo il verdetto Saviano.