Una Valle tinta di azzurro

Redazione
Una Valle tinta di azzurro
Una Valle tinta di azzurro

Una Valle tinta di azzurro.  Cervinara e la Valle Caudina hanno festeggiato la meritatissima vittoria dell’Italia sul Belgio. Ancora una volta, la Nazionale compie il miracolo di unire tutti in una spensierata allegria e ci regala un orgoglio da appuntare come una medaglia sul petto.

Il triplice fischio

Il triplice fischio ha decretato la fine della sofferenze e l’inizio della festa.  Le persone si sono ritrovate nelle piazze principali dei paesi poco dopo la fine della gara per dare vita a caroselli colorati.

Non poteva di certo mancare Cervinara a questo appuntamento con la gioia. Naturalmente, hanno registrato la maggiore affluenza i luoghi centrali del paese come via Roma, con la Villa Comunale, piazza Trescine e piazza Regina Elena a Ferrari.

Adulti, giovani,  bambini, uomini e donne  hanno dato sfogo alla loro gioia. La bandiera tricolore ha sventolato fiera nella notte cervinarese. Non sono mancati i suoni dei clacson e delle trombette ad accompagnare i cori dei tifosi, manifestando il gaudio collettivo.

Moltissimi ragazzini hanno indossato la maglia azzurra e stravaganti parrucche colorate di verde, bianco e rosso. La festa ha avuto termine solo a tarda notte ma finiti i caroselli hanno preso il via le discussioni e le analisi.

Il miracolo della Nazionale

La Nazionale di Mancini ha fatto il miracolo ma i  festeggiamenti che riempiono le strade non riguardano solo la felicità per l’ottimo Europeo che stiamo disputando.Non dopo tutto ciò che abbiamo sofferto a causa della pandemia. L’allegria che si respira nell’aria non è riconducibile unicamente alla sfera calcistica. Si tratta di  una prima, vera concretizzazione della libertà a cui ci stiamo pian piano riavvicinando.

E’ un passo in più verso la normalità. E così cresce la speranza di riprovare la stessa gioia, ma anche di riconquistare la stessa quotidianità, della notte magica del 9 luglio del 2006. La Valle si tinge di azzurro e spazza via l’angoscia del covid.

Giovanna Casale