Valle Caudina, dagli spilloni agli scanner: ecco i tombaroli 2.0

Il Caudino
Valle Caudina, dagli spilloni agli scanner: ecco i tombaroli 2.0

Valle Caudina. Una volta c’erano gli “spilloni”, una sorta di sonde artigianali che i vecchi tombaroli usano ancora. Ma come in altri mestieri anche in quello di rubare reperti archeologici, la tecnologia riesce a dare una grande mano.
Ed, allora, i tombaroli della generazione 2.0 girano con degli scanner molto sofisticati in grado di vedere perfettamente cosa contengono tombe che si trovano anche a dieci metri sotto terra.Così vengono, continuamente, violati i sepolcri dell’antica necropoli di Caudium. La dimostrazione di questo vero e proprio salto di qualità che hanno effettuato i tombaroli arriva dall’operazione che ieri hanno portato a termine con successo i Carabinieri del nucleo tutela patrimonio, recuperano oltre 1500 reperti. Tra questi, immancabili, i crateri delle tombe di Caudium. Questi vasi attici di splendida fattura a cui è dedicato la mostra Rosso Immaginario, allestita nel museo nazionale del Sannio Caudino, al Castello di Montesarchio, sono molto richiesti sul mercato clandestino. Badate bene, però, questa merce non viene richiesta solo da collezionisti privati, ma viene acquistata anche dai musei. Purtroppo, non sono catalogati ed è difficile dimostrare che sono stati sottratti illegalmente. E così, notte dopo notte, va via un patrimonio inestimabile per tutta la Valle Caudina. Reperti che sono stati conservati per oltre 2500 anni, vengono esposti o conservati a migliaia e migliaia di chilometri di distanza. Purtroppo, questo andazzo non riguarda solo la necropoli dell’antica Caudium, ma è un problema complessivo del controllo dei nostri beni culturali. Mancano risorse e personale, le aree archeologiche sono troppo vaste per tenerle sotto controllo, i tombaroli invece agiscono in squadre ben organizzate e ottimamente equipaggiate. Non solo, la carenza cronica di personale impedisce di portare avanti gli scavi, di catalogare i reperti e di poterli poi esporre. I magazzini di tutti i musei italiani sono pieni di casse che contengono dei veri e propri tesori che, altrove, sarebbero valorizzate al meglio. Sarebbe necessario mettere in campo un vero e proprio piano straordinario per salvare i nostri tesori. Un piano che deve essere varato dal Governo, come è stato effettuato per altre emergenze. Dei 1500 reperti recuperati, di tanti, troppi, si sono perse, definitivamente, le tracce. Oltre che un furto materiale è come se ci fosse stata sottratta una parte importante della nostra memoria e della nostra storia.

M.P.