Valle Caudina: la morte di Iossouf, il nostro angelo dell’umanità ferita

Redazione
Valle Caudina: la morte di Iossouf, il nostro angelo dell’umanità ferita
Valle Caudina: la morte di Iossouf, il nostro angelo dell'umanità ferita

Valle Caudina: la morte di Iossouf, il nostro angelo dell’umanità ferita. Mohamed Firas Bettem ha 23 anni è magrebino ed è ospite del Caf di Morcone. Ha scritto questa poesia in occasione della giornata nazionale delle vittime dell’immigrazione.

Il mare come cimitero

Un mediatore culturale, uno di quelli che prende a cuore davvero la sorte di questi ragazzi, l’ha tradotta ed ha deciso di inviarla al nostro giornale. L’abbiamo letta e ci ha commosso. Parla di un ragazzo, del sogno di un ragazzo di sfuggire alla guerra, alla carestia, di sfuggire alle insidie del mare che è diventato un cimitero per tanti coetanei come lui.

Appena letta ci è venuto in mente Iossouf Songne, il ragazzo che Burkina Faso di appena 18 anni, che sabato scorso all’alba ha perso la vita mentre si recava al lavoro lungo la strada statale Appia. Ci è venuto in mente Iossouf perchè oggi è lui l’angelo dell’umanità ferita ed abbiamo deciso di dedicare a lui questi bellissimi versi.

Siamo certi che Mohamed Firas Bettem sarà felice di questa dedica e siamo certi che i nostri lettori vorrano ancora meditare sulla sorte di questi nostri fratelli.  A volte può bastare davvero poco per cambiare le cose ed il cambiamento deve iniziare sempre da noi.

L’Angelo dell’umanità ferita

Sono l’ innocenza, sono l’infanzia, sono l’angelo africano che è nato
nell’inferno della guerra, nella povertà, nella carestia, nella miseria
e nell’ingiustizia.

Ho attraversato il deserto e ho visto ogni tipo di umana sofferenza.
Mentre immaginavo un sogno molto bello:
una casa, una famiglia equilibrata, un’istruzione e una buona salute,
Sono stato portato su di una barca fatta di legno e speranze,
sulle acque del Mediterraneo.

Ho parlato al mare affinché mi facesse giungere sulle rive di un mondo da sogno,
dove avrei potuto ritrovare la mia anima, che credevo essere perduta.
All’improvviso ho scoperto che il mare è il mio ultimo rifugio
ed un cimitero per i miei fratelli.

L’alto mare e le vaste onde del Mediterraneo circondavano
me e tutti i miei fratelli che ricordo nei sogni,
ed essendo ancora in vita ho detto: “Ciao, sono arrivato , sono sopravvissuto”.

Mentre riascolto ancora le loro voci
essi riprendono vita nel mio cuore, ancora dicono:
”Aiuto, aiuto ! Sto morendo….”

Sento l’ Angelo dell’umanità, che esclama:
“non c’è odio dove c’è amore,
dove sono coloro che chiamiamo nostri fratelli nell’umanità ?”

“La storia è sempre veritiera,
Chiedi alla storia di me per sapere chi sono.
Sono l’Angelo dell’umanità ferita, che invoca a gran voce:
giustizia, amore, fratellanza e pace!”

Mohamed Firas Bettem