Smart working per salvare la Valle Caudina dallo spopolamento

La rivoluzione deve partire dal basso e mettere insieme tutte le amministrazioni locali per farsi sentire a Roma

Redazione
Smart working per salvare la Valle Caudina dallo spopolamento

Smart working per salvare la Valle Caudina dallo spopolamento. Oggi è la festa dei lavoratori ed in Valle Caudina non c’è nulla da festeggiare. Rilanciare i borghi con lo smart working. Potrebbe essere un’opportunità anche per la valle Caudina, ma il fenomeno va stimolato, sostenuto e incentivato. Ci vorrebbe un intervento legislativo nazionale, ma serve anche l’ interessamento dal basso delle comunità locali.

Il lavoro da remoto

Secondo un’indagine Svimez, nei primi mesi della pandemia oltre quarantacinquemila persone che lavorano al centro-nord sono tornate temporaneamente ai loro luoghi di origine al sud, vista la possibilità di svolgere il lavoro regolarmente da remoto.

Un dato che, in realtà, sottostima fortemente i numeri reali, visto che l’indagine ha riguardato solo aziende oltre i duecentocinquanta dipendenti. L’associazione Southworking, attiva sul tema, ha svolto un sondaggio su circa duemila persone che potendo, tornerebbero a vivere al sud: l’ottanta per cento di queste ha tra i venticinque e i quarant’anni, ha una laurea (principalmente in Ingegneria, Economia e Giurisprudenza) e, nel sessantatré per cento dei casi, un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

In altri termini, esiste già, in Italia, una disponibilità a ripopolare aree, borghi, paesi, e spesso questa viene da persone giovani e formate, che potrebbero rappresentare una risorsa strategica per territori in declino tanto sul piano produttivo quanto demografico.

Il dato dei lavoratori che si sono spostati nei borghi in modalità smart-working a seguito della pandemia Covid-19 è incoraggiante. Secondo una ricerca di Inapp, il 41,5% dei lavoratori sarebbe disposto a trasferirsi in un luogo più isolato a contatto con la natura ed il 34,5% in un piccolo centro abitato.

Nel contempo migliora il livello di digitalizzazione medio delle imprese. Secondo i dati Istat, le aziende con un livello “Alto” o “Molto alto” di digitalizzazione, misurato sulla base delle attività di natura digitale che le imprese sono in grado di coprire, hanno infatti raggiunto circa il 32% nel Nord-Ovest e il 29% nel Nord-Est. Invece, nel Centro e nel Mezzogiorno, la percentuale, sebbene sia in aumento, resta a un livello più basso (23%).

Nella precedente legislatura fu anche presentato un disegno di legge che prevedeva vari incentivi per promuovere il lavoro agile nei borghi. Lo scorso anno il ministro Urso ha presentato una proposta di incentivo rivolta però solo ai lavoratori agili provenienti dall’estero.

Scendere in campo per salvare i borghi

È importante che i rappresentanti politici e istituzioni dei territori interni e rurali scendano in campo per rivendicare questi interventi che potrebbero contribuire in modo significativo al rilancio demografico ed economico dei nostri territori.

Francesco Sorrentino