Valle Caudina: tra munacielli e janare

Il Caudino
Valle Caudina: tra munacielli e janare

Ognuno di noi ha, in questa Valle, un posto segreto dove rifugiarsi quando è stanco, dove fermarsi a pensare, o a non pensare più, dove piangere in silenzio per un proprio intimo dolore, di cui il mondo non deve sapere niente.
La vecchia donna, piccola, ricurva su sé stessa, aggrinzita, la incontro spesso lì, nel mio posto segreto. Non so se sia umana, se parli davvero, se respiri; di solito resta lì ferma, immobile, persa in chissà quale sogno o ricordo,  lo sguardo assente, una smorfia delle labbra, che somiglia vagamente ad un sorriso appena accennato; a volte mi guarda, senza parlare, e sembra voglia scavare nei meandri della sua provata memoria, per capire in quale storia, in quale vita, mi ha già incontrata.
Forse è una strega, una janara, o forse solo una madre di un figlio morto tanti anni fa, o è la mia coscienza, ed io sono sua nipote, o sua figlia, o sua madre, o sono quello che, in una vita passata, lei è stata.
Si alza in silenzio; non ce la fa.
-“Vi aiuto”-, le dico, cercando di soccorrerla.
-“Sei quella di ieri?”- Mi dice, sospettosa.
-“Non lo so”- rispondo, senza capire quando sia stato il suo “ieri”.
-“Lo sai che ieri, solo ieri, questo mondo, questa Valle, questo posto, non erano così?”- dice.
-“Cosa è cambiato?”- chiedo, pentendomi immediatamente di essermi fatta scappare una domanda così stupida.
-“Niente”-, risponde stupendomi. “Sono cambiate tante cose, ma non è cambiato niente.  Le case? Le costruiamo, poi facciamo la guerra, e vengono giù; le rifacciamo, poi arriva il terremoto, l’alluvione, la frana, e si frantumano ancora. Le strade? Le facciamo, le rifacciamo, e poi tornano sempre uguali. Ci portano lontani, eppure siamo sempre al punto di partenza. Gli uomini potenti? Cambiano le facce, i ruoli, ma sono sempre gli stessi. Ma non è colpa nostra. È sempre lui…”
– “Lui chi…?” – Chiedo confusa.
– “Lui, o’ munaciell, iss fa e iss disfa, e stamm semp là…”- risponde.
O’ munaciell- i Caudini lo sanno- è uno gnomo malefico che, da sempre, vive nelle vecchie case. È un bischero combina-guai, è quello che nasconde le cose che, per anni lasciamo allo stesso posto, e quando servono, non le troviamo, per poi rinvenirle, quando non servono più, proprio lì dove abbiamo guardato invano milioni di volte. È  il responsabile degli incidenti domestici, delle suppellettili e dei quadri che, quando meno te lo aspetti, senza motivo, cadono. Ma è anche quello che rimette “a posto le cose”. Bisogna portarlo sempre con sé, anche quando ci si trasferisce, per non provocarne l’ira; tanto non è attaccato alle nostre case, ma ai suoi abitanti; ed in tanti, infatti, prima di trasferirsi altrove, giurano di averlo sentito dire, con voce beffarda “Mo’ scammutamm, jamm’ a’ casa nova…”.
Quando ci accorgiamo che, in questa Valle, tutto cambia, perché tutto rimanga uguale, noi Caudini ben possiamo tirare un sospiro di sollievo! È una grande fortuna che ci sia o’ munaciell a prendersi la responsabilità di fatti e disfatti. Meno male che una vecchia ricurva me lo ha spiegato: almeno, so che per i cambiamenti apparenti e per l’immobilismo sostanziale della nostra condizione non possiamo dare la colpa a nessuno!

Rosaria Ruggiero
gentedistratta.it