17enne muore annegato

Redazione
17enne muore annegato
17enne muore annegato

17enne muore annegato. Tragedia nel pomeriggio di oggi, martedì 15 giugno, a Gorle, in provincia di Bergamo, dove un ragazzo di 17 anni è morto annegato a seguito di un tuffo nel fiume Serio.

Diciassettenne muore dopo un tuffo nel fiume Serio

Secondo quanto ricostruito dall’Azienda regionale emergenza urgenza della Lombardia, l’allarme è scattato venti minuti prima delle 16 quando un gruppo di amici del ragazzo hanno chiamato il 118 per chiedere aiuto.

Il 17enne, infatti, si era tuffato da poco nel corso d’acqua senza più riemergerne. Sul posto l’Areu ha inviato un’ambulanza e l’elisoccorso in codice rosso. Poi, ha allertato il 112 e i vigili del fuoco, che si sono presentati sul luogo dell’incidente con la squadra dei sommozzatori.

Proprio loro, dopo una ricerca dei fondali del fiume durata oltre un’ora e mezza, hanno rinvenuto il corpo ormai senza vita del ragazzo portandolo a riva.

L’anno scorso morto un dodicenne nel fiume Brembo

Martedì 11 agosto di un anno fa, il ragazzino di 12 anni Richmond Amoa Manu è morto dopo essersi tuffato nel fiume Brembo, in provincia di Bergamo. Il giovanissimo ha perso la vita davanti agli occhi increduli dei suoi amici, rimasti impotenti davanti alla tragedia che si stava consumando.

Il suo corpo era stato recuperato dagli operatori sanitari che l’hanno rianimato prima di portarlo di corsa all’ospedale Papa Giovanni XXIII dove purtroppo è morto poco dopo. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, il ragazzino si era recato al fiume in bici insieme agli amici.

Dopo averle parcheggiate, avrebbero cercato di attraversare il fiume a piedi. Qui Richmond sarebbe scivolato finendo sotto acqua.

Omicidio in box: tre imputati condannati all’ergastolo

La Corte d’Assise di Milano ha condannato all’ergastolo Edoardo Sabbatino, Leonardo La Grassa e Giuseppe Del Bravo per l’omicidio di Donato Carbone, il 63enne ucciso il 16 ottobre 2019 con 11 colpi di pistola all’interno di un box a Cernusco sul Naviglio, nel milanese.

Sabbatino e La Grassa sono ritenuti presunto esecutore materiale e mandante del delitto, il 41enne Del Bravo è accusato di concorso in omicidio aggravato, porto abusivo di arma clandestina, ricettazione in concorso.

La pm Maura Ripamonti aveva chiesto il carcere a vita per i tre imputati

La figlia della vittima, Angela Carbone, che si è costituita parte civile, è scoppiata in lacrime dopo la lettura del dispositivo. La Corte le ha riconosciuto “un euro” di risarcimento per danni morali.

Era stata lei stessa a chiederlo tramite l’avvocato Barbara Biscardo, che stamane nel suo intervento ha affermato: “La mia assistita non ha mai voluto soldi e pertanto chiede una cifra puramente simbolica”.

I giudici hanno inflitto ai tre imputati anche tre anni di libertà vigilata. Il difensore di La Grassa, l’avvocato Antonello Madeo, aveva chiesto l’assoluzione del suo assistito in quanto sussisterebbero “dubbi ragionevoli sulla sua colpevolezza”; e “c’è il rischio di incorrere in un errore giudiziario”.

I difensori di Sabbatino, gli avvocati Francesca Casarotto e Francesco Bico, avevano chiesto la riqualificazione in omicidio preterintenzionale. Le motivazioni saranno depositate tra 90 giorni.