54enne in rianimazione: Ischemia dopo vaccino

Redazione
54enne in rianimazione: Ischemia dopo vaccino
11 positivi a Cervinara,3 a San Martino e Rotondi

54enne in rianimazione: Ischemia dopo vaccino. Un uomo di 54 anni è ricoverato nel reparto di Rianimazione del Policlinico di Bari a seguito di un’ischemia verificatasi in un periodo successivo alla vaccinazione, avvenuta il 26 maggio scorso con il composto di Johnson&Johnson (Janssen).

La struttura ospedaliera precisa di aver segnalato all’Aifa l’evento avverso. “In ragione dei tempi in gioco è altamente probabile che le complicanze della trombosi siano dovute alla vaccinazione”, dice a Repubblica il primario anestesista Salvatore Grasso.

Anche il composto americano era raccomandato dall’Agenzia del farmaco “in via preferenziale” ai soggetti più anziani di 60 anni, ma – a differenza di AstraZeneca – negli ultimi giorni non si è scelto di limitarlo.

Segnalato all’aifa

Il Policlinico ha segnalato all’Aifa e al ministero della Salute l’evento sospetto. E’ precisato che “l’uomo è arrivato al pronto soccorso il 12 giugno scorso già in terapia farmacologica prescritta in altra sede, per trombosi venosa periferica”.

L’edizione barese di Repubblica cita fonti dell’ospedale secondo cui, al momento dell’accesso, il paziente sarebbe già “in condizioni molto compromesse”. I primi malesseri, si legge sul sito del quotidiano, “sono arrivati il 9 giugno”.

E per questo l’uomo, residente in provincia, “aveva bussato alla porta dell’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari, dov’era  visitato” e aveva ricevuto la terapia necessaria in questi casi.

Domenica 13 si è reso necessario il ricovero nella Rianimazione del Policlinico, diretta dal professor Salvatore Grasso. “In ragione dei tempi in gioco è altamente probabile che le complicanze della trombosi siano dovute alla vaccinazione.

Altre ipotesi in campo

Ma questa non è l’unica ipotesi in campo, naturalmente”, spiega Grasso, che con la sua équipe sta ricostruendo la situazione clinica del 54enne, a Repubblica. “La situazione – aggiunge – è molto grave e la prognosi è riservata“, rimarca l’anestesista barese.

Anche il composto di J&J, come quello di AstraZeneca, era stato raccomandato dall’Agenzia del farmaco “in via preferenziale” ai soggetti più anziani di 60 anni “ovvero a coloro che, avendo un rischio elevato di malattia grave e letale, necessitano di essere protette in via prioritaria”

Si legge in una nota del ministero della Salute datata 20 aprile. Mentre però l’uso del farmaco anglo-svedese – in seguito alla morte della 18enne ligure Camilla Canepa – è recentemente limitato al di sotto di quell’età.

La stessa decisione non è stata presa per quello americano, nonostante disaccordi sul punto all’interno del comitato tecnico- scientifico.