Cervinara dimentica il sacrificio di Antonio Sacco, morto a 16 anni

Redazione
Cervinara dimentica il sacrificio di Antonio Sacco, morto a 16 anni
Cervinara dimentica il sacrificio di Antonio Sacco, morto a 14 anni

Cervinara dimentica il sacrificio di Antonio Sacco, morto a 16 anni. Aveva sedici anni Antonio Sacco, ma era dovuto diventare uomo presto. Anche se sei ancora un ragazzo, per scendere in un pozzo nero e lavorare 14 ore al giorno, devi per forza avere la forza di un uomo.

Viso nero e polmoni di carbone

Aveva sedici anni Antonio Sacco ed un viso nero di fuliggine, polmoni pieni di carbone e, forse,nel cuore il sorriso di una ragazza di Pantanari che aveva giurato di sposare quando sarebbe tornato dal Belgio.

Aveva sedici anni Antonio Sacco ma quel giuramento non lo hai mai potuto mantenere. A soli sedici Antonio Sacco da Pantanari di Cervinara, è stata la vittima più giovane della tragedia di Marcinelle in Belgio.Oggi  otto agosto, cade il 65esimo anniversario  dal disastro nella miniera di carbone Bois du Cazier. Vi persero la vita 263 persone, la stragrande maggioranza italiana.

Carne da macello

Morirono perché non vi erano alcuni criteri di sicurezza, perché gli italiani erano carne da macello, buoni per lavorare come muli, per scendere nel ventre della terra, senza fiatare, senza diritti.
Antonio Sacco oggi avrebbe 81 anni. Forse, sarebbe nonno e, certamente, potrebbe essere un anziano tranquillo. Uno di quelli  che dopo aver lavorato tutta la vita, si gode  qualche giorno sereno.

Dedica doverosa

A lui, Cervinara, nel 2010   ha dedicato l’aula consiliare. Una dedica doverosa perché, il nostro paese, ha visto tante persone, come Antonio Sacco, lasciare la propria terra per cercare fortuna nel mondo,

Un fenomeno migratorio, iniziato ai primi del novecento e continuato sino alle prima metà degli anni settanta. Ed ora, purtroppo, sta ricominciando, anche se con aspetti diversi. Ad andare via non solo le braccia ma le menti che non trovano alcun tipo di spazio lavorativo.

Il sacrificio di un ragazzo

Antonio Sacco morì anche con il sogno di poter migliorare le proprie condizioni di vita, di far studiare i figli.Chi sa cosa direbbe oggi, nel vedere quelli che potrebbero essere i suoi nipoti, abbandonare lo stesso Cervinara.

La storia di Antonio Sacco dovrebbe far riflettere tante persone. Innanzitutto i fascisti- leghisti che seguono Salvini e la Meloni  e poi  coloro che parlano di meridione, senza conoscere la storia ed i sacrifici che la nostra gente ha sempre dovuto affrontare.

Mai niente è stato regalato loro.Antonio Sacco aveva sedici anni quando lasciò Cervinara per giocarsi la vita, l’unico bene che possedeva.Oggi è l’otto agosto e bisogna pensare alle vacanze, alle feste e alle cerimonie. Antonio Sacco e i ragazzi come lui che si sono spaccati la schiena per regalarci un poco di benessere, nessuno li vuole ricordare.

Il difficile rapporto con la memoria

Cervinara ha con la memoria un rapporto molto difficile. La memoria non fa guadagnare consensi,anzi, spinge alla riflessione che spesso è dolorosa. Oggi Antonio Sacco lo ricorda Il Caudino.

Il giornale porta un fiore simbolico sulla sua tomba. perchè quel ragazzo di 16 anni rappresenta un simbolo per il nostro paese. Una storia vera di dolore e sofferenza, una di quelle storie che ad Agosto non ti fanno guadagnare like.

Cervinara dimentica il sacrificio di Antonio Sacco, morto a 16 anni

Ed oggi senza un mi piace non esistiamo. Chi sa, forse, un giorno qualcuno si chiederà come mai l’aula consilaire di Cervinara è intitolata ad Antonio Sacco.Magari lo potrebbe fare anche qualche consigliere comunale., visto che stiamo parlando della loro sede naturale.

Ma l’otto agosto meglio non creare imbarazzanti problemi che portano a qualche riflessioni. Godiamoci questa vuota allegria.  E continiuamo a rimandare le analisi serie. Una classe dirigente seria si misura anche su questi tematiche.

Peppino Vaccariello