Cervinara: Un milione di euro, e vissero tutti (in)felici e (s)contenti

Redazione
Cervinara: Un milione di euro, e vissero tutti (in)felici e (s)contenti

È recente la notizia che riguarda la gestione comunale di un finanziamento ottenuto dall’Arcadis da destinare alla sistemazione di piazza Ioffredo, simbolo della distruzione dell’alluvione del ’99. Un milione di euro per far rivivere la frazione, per ricostruire un luogo di aggregazione spazzato via dalla furia della natura.
Il comune è già a lavoro per indire le gare d’appalto per la progettazione e la successiva messa in opera. Si tratta di un risultato importante ma dell’ennesima e abitudinaria beffa per gli alluvionati.
Questo traguardo sembrerebbe una boccata d’aria nuova, un nuovo inizio, un segnale di ricostruzione per quei cervinaresi che nella notte del 16 dicembre hanno visto crollare non solo le loro case ma la loro vita e il loro futuro.
In realtà, tutt’altro che alle spalle è la lunga attesa, dilungatasi per ben 17 anni, per vedere le fatiche di una vita rinascere. Sebbene riscoprire i luoghi d’infanzia e la propria piazza sia motivo di gioia, non poca è l’amarezza che l’accompagna nel sapere ancora lontano il recupero della serenità personale e del focolare domestico.
Mentre piazza Ioffredo si prepara a nuova vita, gli alluvionati lottano, sommersi tra carte e promesse aleatorie, per i permessi di inizio lavoro. Dopo le prime costruzioni edilizie, precisamente tre, realizzate tramite permesso provvisorio del sindaco Tangredi, ci si è stagnati in una ragnatela di verifiche, rimpalli burocratici, analisi e denunce di respiro politico che hanno poco a vedere con il bene comune.
Le costruzioni terminate non possono ricevere l’agibilità della struttura e il saldo finale del contributo economico, già di per sé esiguo. I proprietari delle altre abitazioni attendono, invece, il permesso di inizio lavori che non può essere concesso nemmeno in maniera provvisoria.
Il problema sarebbe da ricollegarsi al collaudo definitivo della zona che sembrerebbe temporaneamente bloccato dall’irregolarità dei sotto servizi, in principal modo della rete fognaria, e dall’assenza di perizia idrogeologica richiesta dall’Autorità di Bacino per concedere l’abitabilità e l’agibilità della zona.
Agli alluvionati, quindi, non resta altro che attendere tra la ri-progettazione di Piazza Ioffredo, con il suo inattaccabile bagaglio storico-culturale, e l’incompleta creazione di “Nuova Piazza Ioffredo”.
Un milione di euro per riportare vita in un luogo che ha conosciuto la morte, ma un boccone amaro per chi la morte l’ha vista con i propri occhi.
Sarà forse arrivato il tempo di lottare anche per le persone?

 Rita Valente