Oliviero Beha, Cervinara e la cultura da tastiera

Il Caudino
Oliviero Beha, Cervinara e la cultura da tastiera

Ieri si è tenuta la prima giornata del Festival Opulentia, organizzato da Tommaso Bello e dalla Rivista “L’Altra Faccia”. Un evento per discutere di cultura, giornalismo, informazione ed impegno civile.
Durante l’incontro si sono alternate importanti firme del giornalismo: Nello Trocchia (La7, L’Espresso e il Fatto) e Paolo Miggiani (giornalista e scrittore, autore del libro “Ali spezzate. Morire a Forcella a 14 anni” dedicato ad Annalisa Durante) si sono confrontati sul giornalismo libero in Italia e hanno ricordato la figura di Giancarlo Siani.
Subito dopo, Oliviero Beha ha presentato il suo libro “L’intramontabile – Gino Bartali”. In una lunga intervista, il giornalista ha più volte ricordato come l’Italia viva “un momento di coma civile, in cui tutti delegano agli altri l’impegno per ripartire e la situazione peggiora di giorno in giorno”.
Ha chiuso la giornata Claudio Gubitosi, fondatore e direttore del Giffoni Film Festival, che ha ricordato le difficoltà dei primi anni e i tanti passi fatti per la crescita della manifestazione fino a farla diventare “tra i sei più importanti festival cinematografici al mondo”.
Una bella giornata che replica oggi pomeriggio a partire dalle 18.
Una sola nota stonata. L’aula di via Macello non si è mai riempita. E la cosa sorprende anche perché sui social si leggono diversi “Soloni” discettare di cultura, impegno civile, confronto pubblico. Quando poi questi eventi si fanno, quando si crea l’occasione per partecipare disertano tutti. Dove erano, ad esempio, i “professori” di lungo corso ieri pomeriggio? A guardare la partita dell’Italia? A restare chiusi in casa per la pioggia? E la società civile cervinarese? Ha sempre una scusa pronta per non partecipare. Qualcuno dirà: ma io non sono stato invitato. O magari arriccerà il naso perché l’organizzazione non ha riservato un posto in prima file. Eppure ieri di posti liberi ce n’erano parecchi.
Ma vuoi mettere? E’ così bello fare cultura su Facebook, perché mai presentarsi dal vivo?
Misteri della rete.

Angelo Vaccariello