San Martino: Gennaro Pagnozzi, il giaguaro, torna a casa

5 Agosto 2016

San Martino: Gennaro Pagnozzi, il giaguaro, torna a casa

In accoglimento dell’istanza depositata dall’avvocato Dario Vannetiello, la Corte di  Appello di Napoli, ha acconsentito al ritorno di Gennaro Pagnozzi nella sua villa di San Martino Valle Caudina ove sarà ristretto agli arresti domiciliari, nonostante sul suo capo pendano condanne per un totale di anni 14 di reclusione.
Infatti, nel mese di marzo del corrente anno è stato condannato in primo grado ad anni otto di reclusione dal Tribunale di Napoli – VII sezione penale -, per quattro  episodi di usura, sui ben tredici contestati dall’accusa,    avvenuti nella periferia di Napoli, zona di Ponticelli, tutti aggravati dal metodo mafioso nonché dall’essere il Pagnozzi recidivo reiterato, specifico ed infraquinquennale.
L’udienza di appello è fissata  per il giorno 11 ottobre, ma, nel frattempo, colui che  ha caratterizzato oramai mezzo secolo della criminalità campana è ritornato nella sua abitazione, dalla quale mancava da anni.
Inoltre a suo carico pende una ulteriore condanna in primo grado per il delitto di estorsione pari ad anni sei, irrogata il 22 giugno dal Tribunale di Avellino, in relazione alla quale a breve presso la Corte di Appello di Napoli verrà fissata la relativa udienza di trattazione .
Il settantasettenne capostipite della famiglia mafiosa, operante a cavallo delle province di Benevento, Avellino, Caserta ed hinterland napoletano (in particolare, Ponticelli e S. Giovanni a Teduccio), indagato dalle direzioni distrettuali antimafia di Napoli, Milano e Roma, può ritenersi fortunato sotto il profilo giudiziario in quanto nel corso di questi decenni è stato numerose volte processato  ed  assolto; in totale risulta aver sofferto nelle patrie galere solo anni undici.
Come è noto, il figlio Domenico, soprannominato “il professore”, ha allargato il raggio di azione del clan atteso che è ritenuto essere il capo di vasta organizzazione mafiosa che avrebbe esportato la camorra nella zona a sud est di Roma tanto che il processo in corso  è stato battezzato “camorra capitale”.

Continua la lettura