Valle Caudina: usura e estorsione, la Cassazione annnulla la sentenza di condanna a Francesco Migliore

Redazione
Valle Caudina: usura e estorsione, la Cassazione annnulla la sentenza di condanna a Francesco Migliore
Airola: la Corte di Cassazione annulla l'ordinanza del tribunale di sorveglianza per Massimo Venosa

Valle Caudina: usura e estorsione, la Cassazione annnulla la sentenza di condanna a Francesco Migliore. La seconda sezione della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’avvocato Vittorio Fucci Junior. Ed ha disposto  l’annullamento  della sentenza della Corte di Appello di Napoli.

Con questa sentenza la corte di Appello confermava il pronunciamento del tribunale di Benevento che condannava Francesco Migliore, 47enne di Airola, a due di reclusione con il beneficio della sospensione condizionata della pena.

Usura aggravata

Il 47enne veniva riconosciuto colpevole del reato di usura aggravata. La vicenda in cui veniva coinvolto Francesco Migliore riguardava un vasto giro di usura e di estorsione.

Un giro che si snodava tra il casertano, la Valle Telesina e la Valle Caudina. Questa operazione di polizia giudiziaria risale al 2008 e portò all’emissione di decine e decine di misure cautelari. Al 47enne, invece, veniva contestato un solo episodio in concorso con il defunto genitore.

L’avvocato Fucci, però, ha ottenuto dalla Corte di Cassazione l’annullamento della sentenza della corte di Appello. Ora, una nuova sezione della Corte di Appello di Napoli dovrà celebrare un nuovo giudizio.

Rapina alle Poste

Hanno agito come dei militari esperti, un vero e proprio commando che ha pianificato tutte le mosse. Ad essere preso di mira l’ufficio postale di Succivo. A quanto pare, i malviventi hanno portato via oltre 200mila euro dall’ufficio di via Monte Grappa.

Rapina alla chiusura

La rapina ha avuto luogo nella giornata di ieri. Secondo le prima ricostruzioni, i delinquenti hanno atteso che i clienti uscissero dalla struttura per mettere in atto il piano.

In tre armati di pistola si sono nascosti nello spazio esterno prima di fare irruzione all’interno dell’ufficio. Con i revolver in pugno hanno costretto i dipendenti ad andare in un locale dove sono stati rinchiusi.

A quel punto i rapinatori hanno obbligato la direttrice ad aprire la cassaforte e a consegnare nelle loro mani tutto il denaro contenuto, ossia, 210mila euro. Subito dopo i rapinatori hanno guadagnato al via della fuga. Ad attenderli il quarto complice a bordo di un’auto.

I carabinieri indagano sul colpo e stanno cercando di individuare i banditi. L’impresa, però, appare abbastanza ardua. Chi ha pianificato il blitz non ha lasciato nulla al caso. Ha studiato bene tutte le mosse, una per una.

Assalto ai portavalori

Del resto, questa rapina appare diverse dalle ultime che hanno interessato gli uffici postali. Negli ultimi tempi, infatti, i malviventi assaltano i portavalori. Attendono che i vigilantes scendano dai furgoni blindati per consegnare il denaro all’ufficio.

Ma ogni volta riescono a portare via cifre molto inferiori rispetto a quella che ha fruttato la rapina alle poste. 210 mila euro da dividere in quattro o cinque resta una cifra di tutto rispetto, per la quale si può anche rischiare di più.

Ora bisogna capire se i banditi si fermeranno o tenteranno di mettere a segno qualche altra rapina del genere. Devono stare molto attenti a non tirare troppo la corda. Questa volta, tutto è filato liscio. Non ci sono stati intoppi, ma non sempre si può contare sulla buona sorte.