Cervinara: dalla guerra al benessere, storia di un’amicizia

13 Settembre 2019

Cervinara: dalla guerra al benessere, storia di un’amicizia

Cervinara. Correva l’anno 1945. La guerra stava per finire. Le truppe americane erano sbarcate nella Sicilia già nel 1943, e lentamente risalivano verso il Nord. Nonostante il Meridione fosse stato liberato dagli americani, si combatteva ancora lungo lo stivale. La guerra si concluse in Italia il 25 aprile 1945. Ma prima di questa data, i soldati italiani, soprattutto quelli settentrionali, non potevano ancora raggiungere le loro case e famiglie.

A Cervinara stazionava un reggimento di soldati, che attendevano che la guerra finisse. Alcuni avevano compiuto il periodo di ferma obbligatoria e potevano essere congedati. Altri avevano chiesto il congedo, ma non potendo raggiungere le loro famiglie al Nord, dove si combatteva ancora, per poter godere del diritto del congedo, avrebbero dovuto dimostrare che qualche famiglia li ospitasse nella loro abitazione.

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Toni, il galantuomo

Uno di questi soldati, che si chiamava Rubini Toni, veneto di Cavarzere (Ve), chiese a mio padre di poterlo ospitare per qualche mese. Mio padre fu felice di accoglierlo, avendo avuto modo di conoscerlo e di stimarlo come una persona seria e affidabile. Toni fu messo in congedo. Per circa un anno si comportò come un figlio. Noi lo considerammo come un fratello. Mostrò sempre di essere un galantuomo. Provvide a procurarsi un lavoro. Aveva la patente d’auto e non ebbe difficoltà a trovare lavoro presso una famiglia che aveva un’auto da noleggio.

Il rientro a casa su una bicicletta

Trascorso un anno circa di ospitalità, dopo il 25 aprile 1945, a guerra finita, Toni preparò il rientro a casa. La sera prima della partenza, commosso per il bene che aveva ricevuto e per la gioia di ritornare a casa sua, ci abbracciò tutti. Anche mio padre si commosse e lo ringraziò per essersi comportato da galantuomo. La mattina seguente, di mattina presto, con una bicicletta che era riuscito a procurarsi, Toni partì. Potemmo avere sue notizie soltanto qualche mese dopo.

La promessa

Ci scrisse una lunga lettera, ringraziandoci ancora per il bene ricevuto, promettendoci di farci una visita appena gli fosse stato possibile. L’anno successivo mantenne la promessa.

Contatti epistolari

Negli anni successivi il contatto fu soltanto epistolare soprattutto nelle ricorrenze festive. Quando la guerra era ormai lontana, fummo noi figli, nelle occasioni di viaggi al Nord, soprattutto quando si andava a Venezia, a fare visita a Toni, soprattutto per conoscere i suoi familiari: la moglie Pia e le figlie Gabriella e Lia. Ci si comportava come se fossimo buoni parenti. C’era un grande reciproco afflato di sentimenti.

La vista della figlia a Cervinara

Ora, i contatti più frequenti, dopo la morte di Toni, sono con la figlia Gabriella, medico, che per la sua specializzazione in neurologia pediatrica veniva spesso nel napoletano per seguire il decorso di malattie pediatriche. Gabriella è in pensione e ha desiderato trascorrere una settimana con noi a Cervinara. Siamo stati davvero felici di avere trascorso dei giorni con una figlia di Toni, che consideriamo come una sorella.”

Raffaele Cioffi

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